REDAZIONE PAVIA

Uccise il rivale al culmine di una lite, confermati i 20 anni

La Cassazione respinge l’istanza di revisione della condanna per l’omicidio di Garlasco dovuto a un debito

La Cassazione ha rigettato il ricorso di Massimo Piazza, già condannato a 20 anni dal Tribunale di Pavia, sentenza confermata dalla Corte d’Appello di Milano, per l’omicidio di Jader Sgherbini, ucciso con un colpo d’arma da fuoco a Garlasco il 10 luglio 2017. L’omicidio, come ricordano i giudici nella sentenza, risalente a maggio ma resa pubblica ora, era stato compiuto al culmine di un litigio tra imputato e parte offesa. Il movente era riconducibile a un debito di Piazza non onorato: l’imputato aveva promesso a Sgherbini l’acquisto di un’arma da fuoco, ma poi non aveva mantenuto l’impegno.

Tra i motivi del ricorso proposti dalla difesa di Piazza, c’era anche la possibilità che nella dinamica dell’episodio si configurasse la legittima difesa, per la "condizione di forte stress psicologico", si legge nelle carte della Cassazione, dovuta alla situazione di ostilità con la parte offesa. Tuttavia già la Corte d’Appello non aveva avvallato questa ipotesi perché l’imputato aveva già mostrato "di nutrire cattivi propositi" verso la vittima e, in occasione dell’incontro aveva "portato con sé una pistola carica, come ben evidenziato dalle immagini catturate dalla telecamera presente sul posto, che aveva documentato come Piazza fosse sceso dalla macchina già impugnando l’arma con la mano destra, mentre Sgherbini non era armato", situazione di cui, hanno appurato i giudici d’Appello, Piazza era conscio. Esclusa dai giudici anche l’ipotesi dell’eccesso colposo. La Cassazione ha quindi rigettato il ricorso, confermando la pena e condannando Piazza a pagare 3mila euro alla cassa delle ammende, oltre a 4.500 euro come spese sostenute dalle parti civili.

Nicoletta Pisanu