Torre d'Isola, il sindaco arriva al confine polacco: "Ho salvato una mamma coi due figli"

Insieme a un dipendente del Comune all’andata aveva portato farmaci e coperte alle persone in fug a

Il sindaco Casimiro Veronesi con alle spalle il dipendente comunale Edoardo Buoli

Il sindaco Casimiro Veronesi con alle spalle il dipendente comunale Edoardo Buoli

Torre d'Isola (Pavia) - L’appello lanciato la domenica è stato immediatamente raccolto e il lunedì il sindaco aveva 5mila euro di farmaci, coperte e cuscini da portare a Przemysl, città polacca sul confine ucraino. Tutto il materiale stipato nel mezzo della protezione civile è stato consegnato e il pulmino ha fatto un primo viaggio con a bordo una giovane mamma e i suoi due bambini. "È stata una missione stancante - racconta il sindaco di Torre d’Isola Roberto Veronesi che è andato in trasferta insieme al dipendente comunale Edoardo Buoli -, ma veder sorridere e giocare dei bambini che non sorridono e non giocano più ripaga di ogni fatica". E non per nulla il pulmino è subito ripartito e ieri pomeriggio si è mosso dal confine polacco con tre volontari di un’associazione comasca per portare in Italia altre persone che hanno già un posto in cui stare in Italia.

«Noi avremmo potuto trasportare più persone con destinazione sicura - prosegue il sindaco -, ma sono arrivati dei pullman da 50-60 posti che non si sapeva dovessero arrivare e le famiglie che si muovono in gruppi hanno preso l’altro mezzo. Purtroppo c’è molta disorganizzazione, manca un coordinamento e, nella struttura gestita dall’Italia, manca persino un interprete". I due driver pavesi hanno portato a Brescia una mamma di 28 anni e i suoi piccoli bambini che hanno lasciato Leopoli per trasferirsi dalla nonna.

"Questa donna - prosegue il sindaco - ha lasciato in Ucraina il marito, il fratello di 24 anni e la mamma che non ha voluto partire. Inizialmente quando è salita a bordo non voleva farci sapere di capire bene l’italiano. Girano brutte storie su ragazze prese e poi scomparse. Hanno paura e tendono a non fidarsi soprattutto quando devono viaggiare con due uomini. Durante il viaggio noi abbiamo offerto a questa donna del cibo e lei si è sciolta a tal punto da affidarci persino la sua piccolina, quando è andata in bagno con il bambino. Quando siamo arrivati a Brescia ci ha abbracciati". A Przemysl il sindaco ha visto il campo profughi con 600 letti tutti ammassati in cui le persone si fermano 24 ore e sono circa 3mila i passaggi registrati. "I più piccoli sono smarriti, non dormono e piangono spesso - fa notare Veronesi -. Le mamme e gli anziani piangono parlando dei loro uomini lasciati a difendere un Paese distrutto dalle bombe. In tanti c’è paura, non solo per coloro che si sono lasciati indietro ma anche per l’incertezza e insicurezza di un trasferimento verso un paese straniero. Di fronte a tutto questo, i 600 euro che si devono pagare per effettuare i viaggi non sono nulla". E infatti, con l’aiuto di molti, il sindaco nell’ultima settimana di marzo ripartirà.