REDAZIONE PAVIA

Ticino in secca: la vegetazione soffoca le chiatte

Nella zona del Confluente progetto di un porticciolo con l’aiuto di fondi dal Pirellone

C’è anche un porticciolo da realizzare nella zona del Confluente nel progetto Waterfront che attende l’arrivo dei fondi regionali. Un porticciolo, quando il Ticino non può navigare perché l’acqua è troppo poca e a breve, da una sponda all’altra, si potrà andare a piedi.

È il grande malato il fiume, a Pavia perché manca l’acqua, le sponde cedono e i lavori autorizzati potrebbero rivelarsi pericolosi in caso di piena, quando la ghiaia potrebbe arrivare sotto il ponte coperto. Più a Nord, al ponte di barche, le chiatte che dovrebbero essere immerse nell’acqua, invece, soffocano. "Chiediamo un intervento radicale di pulizia – ha chiesto il portavoce del comitato Ticino 2000 Carlo Maiocchi al presidente della Provincia Giovanni Palli, quando l’ha incontrato – e l’asportazione di cespugli, rovi, alberi e ghiaia presenti in abbondanza nell’alveo all’inizio del ponte dal lato di Bereguardo, dove tra le chiatte è cresciuta spontaneamente una rigogliosa vegetazione". Per parlare dei problemi del Ticino le associazioni remiere pavesi (Canottieri, Club vogatori e Battellieri Colombo e il Comitato civico Attenti al Ticino) hanno organizzato due incontri. Il primo alle 21 di domani alla Canottieri e il secondo a fine aprile alla Battellieri Colombo.

"Vogliamo aprire una discussione – anticipa il presidente della Battellieri Colombo Guido Corsato – con Aipo, Parco del Ticino, politici. Abbiamo proposte per consentire di usufruire delle bellezze di quest’area". Per controllare da vicino lo stato di salute del Ticino, la Battellieri ha programmato un corso di avviamento alla voga alla pavese tenuto da istruttori qualificati aperto a chi ha più di 14 anni e vuole imparare a governare il barcé, l’imbarcazione tipica pavese.

M.M.