Strangolò Lidia In aula è guerra tra gli psichiatri

Diverse diagnosi sulla salute mentale di Alessio Nigro

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di Nicoletta Pisanu

Pareri diversi da tre esperti su una questione fondamentale: l’eventuale presenza di un vizio di mente e la conseguente capacità o meno di intendere e di volere di Alessio Nigro quando ha ucciso Lidia Peschechera. Nigro, 28 anni, residente a Casaletto Lodigiano, è a processo in Corte d’Assise a Pavia per l’omicidio della 49enne Peschechera, uccisa il 12 febbraio 2021 nella sua abitazione di Pavia.

Secondo l’accusa, Nigro quel giorno si stava recando a una visita a Treviglio i propri problemi di dipendenza dall’alcol. Tuttavia, durante il viaggio aveva bevuto e si era addormentato, mancando l’appuntamento. Al suo ritorno a casa di Peschechera, era sorta una discussione con la donna: Nigro aveva una relazione con Peschechera, lei l’aveva accolto in casa sua. Lui quella sera l’ha strangolata, poi ha deposto il corpo nella vasca da bagno ed è rimasto nell’appartamento alternando al sonno momenti in cui beveva. Aveva poi cercato di fuggire, ma era stato bloccato a Milano dalle forze dell’ordine. Gli è contestato anche l’uso indebito del bancomat della parte offesa.

La difesa, affidata all’avvocato Giovanni Caly, ha sollevato la questione della lucidità di Nigro e affidato la perizia a un esperto che ha evidenziato la presenza di un disturbo borderline che avrebbe inciso al momento del reato: "Nell’ambito delle indagini difensive Nigro è stato sottoposto a più batterie di test e hanno tutti confermato la diagnosi di una personalità borderline. Già la diagnosi era stata riconosciuta a partire dal 2017", spiega il legale. Il perito della Procura di Pavia invece ha ritenuto che Nigro fosse lucido al momento dell’accaduto e che dalle analisi non emergerebbe tale disturbo di personalità. Il perito del Tribunale invece ha rilevato la presenza di alcuni tratti del disturbo di personalità borderline ma l’assenza di altri. Il 3 giugno saranno sentiti alcuni testimoni, il 1° luglio l’esame dell’imputato e la discussione. La sentenza è prevista per il 15 luglio.