STEFANO ZANETTE
Cronaca

Spacciate come Made in Italy. Moto prodotte in Asia, maxi sequestro

Sigilli in un capannone del Pavese a 1.300 veicoli a due ruote e circa 13mila pezzi di ricambio

Spacciate come Made in Italy. Moto prodotte in Asia, maxi sequestro

Spacciate come Made in Italy. Moto prodotte in Asia, maxi sequestro

Il deposito non è vicino a dove vengono vendute le moto, che arrivano però da molto più lontano. E anche se hanno l’inconfondibile simbolo del Tricolore, non sono affatto Made in Italy. La Guardia di Finanza di Torino è arrivata fino in provincia di Pavia, dove è stato trovato il deposito con all’interno oltre 1.300 moto e circa 13mila pezzi di ricambio, per un valore complessivo, al prezzo di vendita al dettaglio, di oltre 14 milioni di euro. Tutto posto sotto sequestro, in quanto "benché riportanti simboli tipici del Made in Italy – ha comunicato ieri la Guardia di Finanza di Torino – erano in realtà stati interamente prodotti e successivamente importati dal continente asiatico". Al titolare dell’azienda, un uomo di nazionalità cinese deferito in stato di libertà, sono contestate le ipotesi di reato di frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci in violazione alla specifica normativa di settore a tutela del Made in Italy. "Il servizio – spiega ancora la Finanza – condotto dai “Baschi Verdi“ del Gruppo Pronto Impiego di Torino e coordinato dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, ha avuto origine quando i Finanzieri hanno notato, nel corso dell’attività di controllo economico del territorio, diversi motoveicoli riportanti simboli denotanti l’asserita origine italiana degli stessi. Gli accertamenti esperiti hanno, tuttavia, consentito di acclarare come l’intera produzione dei motoveicoli fosse, in realtà, avvenuta in Estremo Oriente e che fosse stata importata nel territorio nazionale all’interno di imballaggi privi di indicazioni in merito alla loro effettiva provenienza".

Proprio ricostruendo la “filiera distributiva“, le Fiamme Gialle torinesi hanno individuato in provincia di Pavia il deposito, gestito dall’imprenditore di nazionalità cinese, al cui interno hanno trovato le molte moto e gli ancor più numerosi pezzi di ricambio che sono stati posti sotto sequestro. "Per la Guardia di Finanza – concludono le Fiamme Gialle – il contrasto alle filiere illecite del falso Made in Italy assume valore strategico e mira alla tutela delle produzioni nazionali, che si contraddistinguono per i loro elevati standard qualitativi". Le indagini sono ancora nelle fasi preliminari e dovranno chiarire le responsabilità nelle diverse fasi della distribuzione.