Sanità e sicurezza, le frontiere della sfida europea

Obiettivo dei parlamentari avvicinare la platea di universitari all’istituzione e alla sua politica

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Si è parlato di una politica estera europea e di un esercito che difenda i 27 Paesi membri durante l’incontro che si è svolto ieri in aula Foscolo sul futuro dell’Europa. Di fronte a una platea composta soprattutto da studenti, diversi parlamentari hanno cercato di avvicinare le istituzioni ai ragazzi. "Il parlamento europeo era visto come il cimitero degli elefanti – ha detto l’eurodeputato pavese Angelo Ciocca – adesso non è più così. Molte delle decisioni che incombono su tutti noi dipendono dall’Europa". A imprimere una svolta alla politica europea ha pensato la pandemia, gestita a livello europeo senza che ciascun Paese andasse per la propria strada.

"Forse l’emergenza è stata gestita bene – ha detto Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia – se sono stati somministrati un miliardo di vaccini e un altro miliardo è stato inviato fuori dai confini europei. E ora si discute di un’unione della sanità per prepararci ad affrontare nuove emergenze future in modo più rapido". La stessa cosa potrebbe avvenire per quanto riguarda la sicurezza, ma come ha ricordato la parlamentare europea Patrizia Toia, "un esercito europeo non può prescindere da una politica comune e mettere d’accordo 27 Paesi non è semplice". Più poteri al parlamento europeo e una maggiore vicinanza soprattutto alle giovani generazioni: sono le richieste arrivate dagli studenti dell’Ateneo. "La sicurezza è fondamentale per costruire il futuro – ha sottolineato il segretario generale della Cisl Elena Maga – Ci sono valori, diritti e doveri non negoziabili".

Manuela Marziani