STEFANO ZANETTE
Cronaca

Riso italiano in Cina: il problema restano i dazi elevati

Scotti crede nel progetto: "Stiamo già lavorando per poter abbattere la tassa doganale"

Risa Narua Giupponi

Pavia, 1 maggio 2021 - Un primo ordine di circa 20 tonnellate è già arrivato e ora il container può partire. Alla Riso Scotti di Pavia la conclusione del negoziato per l’esportazione di riso in Cina è stata salutata come un traguardo importante, ma anche come un punto di partenza. La strada per la Cina è infatti ancora lunga e pesano soprattutto i dazi. "Per competere con costi adeguati – spiega Rosa Maria Giupponi, ad Riso Scotti Snack – l’obiettivo è ottenere “quote riso” che abbattano i dazi". In base agli ultimi dati in Cina il dazio sul riso è del 65% e rende il prodotto eccessivamente caro. Attualmente la Cina ha concesso “quote riso” con dazio all’1% per Tailandia, Giappone e Usa. Le riuscirà a ottenere anche l’Italia? "Le procedure per richiederle – risponde Giupponi – spettano alle singole aziende e ci stiamo lavorando. Il nostro riso in Cina resterà comunque per un mercato di nicchia, perché le nostre tipologie sono molto diverse dalle loro: il risotto per i cinesi è un piatto ‘etnico’, che dobbiamo promuovere".

Il primo passo comunque è stato fatto con l’autorizzazione all’esportazione, arrivata un anno dopo il protocollo siglato l’8 aprile 2020. "Il negoziato – spiega Alessandro Irico, direttore qualità Riso Scotti – ha comportato un lungo lavoro per il quale ogni azienda ha dovuto declinare le proprie modalità organizzative legate in particolare alle procedure di sicurezza e prevenzione fitosanitaria. Anche se i regolamenti europei sulla sicurezza dei prodotti alimentari sono i più stringenti, la preoccupazione delle autorità cinesi era soprattutto quella di scongiurare l’importazione di eventuali infestanti per le loro coltivazioni".