MANUELA MARZIANI
Cronaca

In 1.500 al Pavia Pride: pace, diritti e lavoro

Il corteo ha attraversato il centro da Borgo Ticino al castello. In piazza insieme alla comunità LGBTI+ anche gruppi pro Palestina e Cgil

Il Pavia Pride

Il Pavia Pride

Pavia, 7 giugno 2025 – In marcia per i diritti. Circa 1.500 persone colorate e festanti oggi pomeriggio sono scese in piazza e hanno partecipato al nono Pavia Pride. “Battagliere: senza diritti non c’è pace” è stato il titolo della nona edizione della manifestazione.

E “pace” è stata la parola che è riecheggiata di più passo dopo passo mentre i manifestanti raggiungevano il cortile del castello visconteo da piazzale Ghinaglia, in Borgo Ticino ma anche dal furgone che precedeva i manifestanti e poi dal palco. Pace per ognuno e pace per la Palestina. “Quest’anno il Pavia Pride vuole riportare al centro della manifestazione il rispetto dei diritti umani e l’importanza di presidiarli ogni giorno – ha detto Cecilia Bettini, presidente di Coming-Aut -. Di fronte ai violenti attacchi istituzionali che ci tacciano di essere un pericoloso nemico ideologico e vorrebbero perciò cancellare le nostre esistenze, non rimaniamo inermi. La comunità Lgbit+ è capace di resistere, perché della resistenza pacifica ha da sempre fatto la sua arma più potente. Le nostre battaglie continueranno a chiedere una società più giusta, che riconosca il valore e la dignità di ogni persona”.

“Pace è giustizia, eguaglianza, libertà – hanno ribadito i manifestanti -. Pace non è solo l’assenza di guerre e conflitti; la pace è un valore umano, culturale, politico: serve un impegno quotidiano e collettivo per costruire una società democratica e autodeterminata. Non ci può essere pace se i diritti fondamentali, prima di tutti quello alla vita, sono violati in modo crudele. Non potrete mai trovarci dalla parte di chi usa il genocidio come metodo di risoluzione delle controversie. Perché, noi persone LGBTI+, siamo state e siamo ancora le prime vittime di chi non contempla le differenze e vuole imporre omologazione. E perché la pace può essere soltanto disarmata e disarmante. Non avremo pace finché i diritti di ogni persona della comunità LGBTI+ non saranno riconosciuti. Le persone etero-cis oggi hanno privilegi, mentre a chi non si conforma toccano solo briciole di diritti”.

La Cgil, invece, ha voluto puntare l’attenzione sui diritti del lavoro: “Discriminare lavoratori per età di assunzione, per dimensione aziendale, per tipologia contrattuale aumenta le contrapposizioni generazionali e fra fasce di popolazione, creando insicurezza per la propria vita sociale e per la promozione sociale. Senza un lavoro stabile e adeguatamente retribuito, che garantisca la salute come bene primario, come previsto dalla Costituzione, non si può aspirare alla crescita della persona anche in una prospettiva di famiglia comunque costituita”.

Nella notte, però, Casapound ha esposto uno striscione con scritto “Battagliere senza Lissia non c'è pacchia" in risposta al finanziamento di 2.500 euro che l’amministrazione guidata da Michele Lissia ha destinato alla manifestazione giunta alla nona edizione.