MANUELA MARZIANI
Cronaca

Pavia, lasciato in attesa sei ore al pronto soccorso del San Matteo: “Ho temuto per la mia vita”

La denuncia di un pensionato di Zerbolò e la replica dell’ospedale pavese

Attesa in un pronto soccorso

"Avevo bisogno di un intervento urgente, per questo motivo sono andato al Pronto soccorso. Peccato che un intervento immediato al San Matteo non lo abbia ricevuto. Sono dovuto andare al Beato Matteo di Vigevano per tornare a vivere".

Dopo quella che Carlo Maiocchi definisce un’odissea, il pensionato che vive a Zerbolò tira un sospiro di sollievo, anche se ha avuto paura di non farcela. Per ripercorrere la storia bisogna andare a sabato quando l’uomo, prossimo a compiere 68 anni, stremato da quattro notti di febbri, nausee e insonnia, ha chiamato l’ambulanza.

Il racconto

"Sono arrivato al San Matteo attorno alle 10 – racconta – e mi hanno messo in una stanza piena di pazienti, alcuni dei quali doloranti. Con il passare delle ore stavo sempre peggio ma, nonostante chiedessi aiuto, nessuno arrivava. Alle 16 ho domandato educatamente quando potessero visitarmi. Non avendo ricevuto tempi certi e temendo di dover passare lì ancora molto tempo, ho deciso di andarmene contro il parere del medico. E ho fatto bene".

L’alternativa

Al Beato Matteo, il pensionato è stato preso in carico e seguito in 20 minuti. "Il medico mi ha visitato e sottoposto ad accertamenti – prosegue Carlo Maiocchi – Avevo un’occlusione intestinale, risolto il problema mi sono sentito meglio e sono tornato a casa ringraziando tutti".

Ma la rabbia per le sei ore trascorse inutilmente al San Matteo, resta. "Non è mio costume picchiare i pugni sul tavolo – sottolinea – ma ho visto persone esasperate, anziani il cui grido di dolore non veniva raccolto da nessuno perché c’è un solo medico che visita. Non è possibile che a Pavia ci sia un solo medico, occorre sbloccare questa situazione inaccettabile. Il Pronto soccorso deve diventare un’eccellenza come il suo ospedale".

La replica

Maiocchi, che non se la prende con gli operatori, critica l’organizzazione. Ma dal San Matteo replicano: "Siamo dispiaciuti per il disagio manifestato dal paziente giunto al nostro Pronto soccorso alle 10,44. Teniamo a precisare che è stato subito preso in carico dal personale del triage con rilevazione dei parametri vitali tra cui la temperatura, e non aveva febbre. Il paziente ha dichiarato di non sentirsi bene da quattro giorni e di non aver avuto contatti con il medico di medicina generale".

L’affondo

E ancora: "Nell’area bassa intensità ha fatto i primi accertamenti, come gli esami ematochimici e il tampone per il Covid-19. Alle 16,08, nonostante il parere contrario dei sanitari, ha deciso di andarsene. Comprendiamo che quando una persona non sta bene l’attesa sia sempre troppo lunga, per questo ricordiamo l’importanza dell’appropriatezza all’accesso ai Pronto soccorso".