UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

Errore in sala operatoria: operato al ginocchio sano. “Mi hanno chiesto più volte quale fosse quello da aprire”

Vigevano, il caso all’istituto Beato Matteo. E dopo il danno, la beffa: l’intervento al menisco era persino inutile, “per i medici dell’Humanitas non c’erano lesioni”

Massimiliano Marino Granfazza, 56 anni

Massimiliano Marino Granfazza, 56 anni

Vigevano (Pavia) – Si è addormentato sul lettino operatorio per un intervento al ginocchio sinistro: doveva essere la soluzione “lampo” a un dolore cronico. Quando si è risvegliato ha scoperto che l’ortopedico aveva effettuato l’operazione al ginocchio destro, quello sano. Il paziente è uscito dalla clinica per entrare nello studio dell’avvocato: “Paghino i danni”. Massimiliano Marino Granfazza, 56 anni, metalmeccanico di Vigevano, racconta la sua disavventura da “cavia” all’istituto Beato Matteo. Malasanità? Distrazione? “Premessa: un errore può sempre capitare, anche se è difficile immaginare una svista del genere nella Lombardia dell’eccellenza sanitaria. La cosa che mi ha dato più fastidio, tuttavia, è stata l’atteggiamento successivo. Nessuno, né lo specialista né la struttura hanno ritenuto di scusarsi: non ho ricevuto neppure una e-mail”.

I guai al ginocchio, come detto, erano antichi. Il metalmeccanico Granfazza aveva già subito due interventi sempre all’istituto Beato Matteo, ed era sempre filato tutto liscio. È dovuto tornare sotto i ferri per una “gonalgia sinistra in sospetta rirottura del menisco mediale”, come riporta la diagnosi. Nell’ottobre 2023 si è fatto visitare dallo specialista. Esaminata la risonanza magnetica, il medico ha proposto una “procedura di revisione artroscopica”. Così è arrivato il giorno dell’intervento sfortunato, il terzo della serie, a novembre 2023.

“Non ero affatto preoccupato – racconta Granfazza – anche se in sala operatoria mi è stato chiesto più volte quale fosse il ginocchio malato”. Quando si è svegliato, l’operaio ha scoperto che era stato “aperto" quello sano. “Mi è stato proposto di rimediare con un secondo intervento – aggiunge – ma ho ovviamente rifiutato. Anche perché mi avrebbe costretto in sedia a rotelle almeno per un mese. Dopo una notte in clinica ho firmato le dimissioni e sono tornato a casa. Il chirurgo mi ha spiegato che c’era stata una complicanza respiratoria: il disguido si è generato in quel momento. L’intervento, tra l’altro, è stato brevissimo: appena l’équipe si è accorta che il ginocchio era integro, ha interrotto la procedura”.

Il medico legale al quale l’operaio si è rivolto per una consulenza ha ritenuto che l’errore gli abbia causato due giorni di invalidità temporanea al 100%, quindici al 75%, altri quindici giorni al 50% e, infine, gli ultimi quindici giorni al 25%. Granfazza ha perciò inoltrato una richiesta di indennizzo all’istituto clinico (che al momento preferisce non rilasciare commenti sull’accaduto), a cui è seguita una proposta di risarcimento da parte del Beato Matteo (che l’operaio sta valutando con il suo legale).

Nel frattempo Granfazza si è rivolto all’ospedale Humanits di Rozzano: qui i medici, sulla scorta della risonanza, hanno stabilito che l’intervento al ginocchio malconcio era pure inutile. Il menisco era già stato completamente rimosso con le precedenti operazioni e non c’erano lesioni al legamento crociato anteriore, come invece ipotizzato a Vigevano.