Affari sporchi col vino dell'Oltrepò: arrestati ex maresciallo e cancelliera

Quattro persone sono state arrestate con le accuse di tentata induzione indebita e rivelazione di segreto d’ufficio

La frode del vino a Broni

La frode del vino a Broni

Broni, 16 dicembre 2016 - Un altro duro colpo, nell’annus horribilis del vino made in Oltrepò. Quattro persone ieri sono state arrestate con le accuse di tentata induzione indebita e rivelazione di segreto d’ufficio. I reati contestati si sarebbero consumati in relazione all’inchiesta sulla Cantina Terre d’Oltrepo di Broni. Un’indagine articolata per truffa, che portò la Procura di Pavia a iscrivere circa 300 nomi nel registro degli indagati tra luglio 2015 e aprile di quest’anno. In carcere ieri sono finiti Federico Piatesi, 45 anni, di Garlasco, ex maresciallo dei carabinieri, Maria Caiazzo, 64 anni, cancelliere del Tribunale di Pavia, Raffaele Maldarelli, 66 anni di Casteggio, già candidato alle elezioni provinciali del 2011 per il partito dei Pensionati, e Marco Gatti, 49 anni, impiegato di Ruino.

Un’altra persona è indagata a piede libero. Secondo le accuse, i quattro avrebbero chiesto denaro ad alcuni coinvolti nell’inchiesta Terre d’Oltrepo promettendo in cambio trattamenti di favore. Ed è solo l’ultimo dei tanti episodi chehanno scosso il mondo del vino oltrepadano. Terre d’Oltrepo è la più grande cooperativa viticola della Lombardia (50 milioni di fatturato), finendo al centro dello scandalo del finto Pinot spacciato per Doc. Diversi agricoltori si erano prestati come complici del meccanismo, segnalando quantitativi di uve Pinot consegnate in misure superiori a quelle davvero conferite. A giugno un’animata assemblea durata sei ore ha decretato la svolta alla guida della cantina eleggendo un nuovo Cda ma sul futuro pesa ancora l’incognita di una possibile maxi multa per irregolarità nella gestione dei contributi comunitari.

A luglio invece, era stato arrestato Abele Lanzanova, ad della storica cantina La Versa 1905. Lanzanova è stato accusato di autoriciclaggio. E pochi giorni dopo era stato decretato il fallimento della cantina che già prima, peraltro, era in crisi. Ma il settore del vino oltrepadano è tormentato oltre che dalle irregolarità e dai reati anche da un sentore di antipatie che serpeggiano tra i vigneti. E che hanno portato mani ignote a sabotare la Cantina Conte Vistarino: le cisterne sono state aperte nella notte provocando lo sversamento di oltre 5mila ettolitri di vino, per un danno da almeno mezzo milione di euro.