"Non ci ricordiamo quando Adriatici ha estratto la pistola"

Nell’incidente probatorio per l’uccisione di Youns, in piazza Meardi a Voghera coincidono i racconti di due dei tre testimoni

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Massimo Adriatici ha sparato mentre era a terra. La vittima Youns El Boussettaoui, che prima aveva colpito Adriatici a mani nude, si trovava sopra di lui a circa 40 centimetri di distanza, i busti dei due erano quasi paralleli. Non è però chiaro quando l’ex assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera, attualmente ai domiciliari per eccesso colposo di legittima difesa, abbia estratto la pistola calibro 22 con cui ha ucciso la parte offesa.

È quanto emerge dalle testimonianze, concordanti tra loro, di due dei tre presenti la sera del 20 luglio, quando Adriatici uccise El Boussettaoui in piazza Meardi a Voghera: i resoconti ieri sono stati acquisiti ufficialmente come prove nel corso dell’incidente probatorio disposto per il rischio che i coinvolti, i quali non dispongono di permesso di soggiorno, potessero rendersi irreperibili prima dell’eventuale processo. La terza persona che ha assistito alla scena quella sera e che è stata chiamata a deporre, ha lasciato l’Italia e attualmente si trova nel suo Paese d’origine nell’Est Europa. È stato quindi necessario rinviare l’udienza per consentire di assumere la testimonianza nel corso di una videochiamata o di presenza in seguito a rogatoria internazionale. La data individuata è quella del 6 dicembre. Era invece presente Adriatici, i cui termini cautelari scadranno il 20 ottobre, da quel momento potrebbe tornare libero. Attualmente ha il permesso di uscire per svolgere il suo lavoro di avvocato, ma la misura dei domiciliari è stata confermata dal Gip che ha rigettato l’istanza della difesa che chiedeva la sua liberazione. Le testimonianze dei tre erano già state raccolte nelle primissime fasi di indagine e incluse nell’ordinanza di convalida del Gip di Pavia, non si tratta di nuovi resoconti. Rispetto a quanto affermato dai testimoni nelle sommarie informazioni raccolte dagli inquirenti, emerge un particolare differente, dovuto all’interpretazione dell’espressione "a sangue freddo" che era stata riportata dall’interprete di uno dei testimoni, i quali entrambi non parlano bene italiano, e che ora "non è stata confermata, sentiti con l’interprete ufficiale in udienza i testimoni hanno parlato di una persona che si stava difendendo", hanno commentato i difensori di Adriatici, Gabriele Pipicelli e Colette Gazzaniga.

Per Marco Romagnoli, che con Debora Piazza assiste i familiari di El Boussettaoui, è opportuno "che il capo di imputazione venga modificato in omicidio", a tal fine i legali depositeranno una memoria all’esito dell’incidente probatorio. Invece, il Gip si esprimerà in questi giorni sulla loro richiesta di condivisione del filmato di una telecamera, ritenuta malfunzionante, attualmente in possesso della Procura: "Non capisco perché non ce lo forniscano, il nostro consulente vorrebbe vederlo", ha commentato Piazza. Intanto, i legali di Adriatici prevedono di sporgere querela per un’immagine comparsa su un gruppo social cittadino, in cui si mostra l’ex assessore dietro a delle sbarre con una pistola puntata.

Nicoletta Pisanu