Ultraleggero precipitato a Vigevano: "Il motore si è spento, non ho visto fuoco né fumo"

Tanti particolari da chiarire nello schianto costato la vita al presidente dell’aviosuperficie di Vigevano e al suo giovane passeggero

A sinistra Generoso Vitagliano, a destra Guastavo Saurin morti in incidente ultraleggero

A sinistra Generoso Vitagliano, a destra Guastavo Saurin morti in incidente ultraleggero

Vigevano (Pavia), 15 febbraio 2021 - Il volo per lui era tutto. Gustavo Saurin, 72 anni, argentino, da decenni a Vigevano (Pavia), era stato l’anima della rinascita dell’aviosuperficie "Leonardo da Vinci" della frazione Morsella che, con un gruppo di appassionati, aveva contribuito a riportarla in vita dopo anni e ne era il grande animatore oltre che il presidente. Con il suo idrovolante aveva sorvolato centinaia di volte la zona del Ticino contento di realizzare delle fotografie spettacolari. E proprio pochi giorni fa era stato a Napoli per recuperare un altro ultraleggero che necessitava di essere sistemato. Insomma non si fermava mai. E dei velivoli era un profondo conoscitore. Ieri pomeriggio ha deciso di sfruttare la splendida giornata di sole per sorvolare l’area intorno alla città. Con lui è salito sul suo ultraleggero Generoso Vitagliano, 24 anni, operaio presso una azienda della zona. Era all’aviosuperficie con la giovane moglie ed un gruppo di amici. Avrebbe dovuto essere un’esperienza emozionante, invece è stato il suo appuntamento con la morte.

Le cause dell’incidente che è costato la vita ai due uomini sono in fase di accertamento. Un uomo che stava passeggiando con il cane nelle campagne non lontane dalla zona della frazione Buccella ha riferito di aver udito il rumore di un motore di aereo che si stava spegnendo. Ma non ha visto né fumo né fuoco. Un particolare che non verrà sottovalutato nel corso delle indagini per stabilire quanto è accaduto nei cieli della provincia di Pavia. L’ultraleggero di Gustavo Saurin è precipitato e per l’espertissimo pilota e per il suo passeggero non c’è stato scampo. La zona dell’asta fluviale del Ticino è stata ancora testimone di un incidente dell’aria.

Solo lo scorso 7 novembre aveva perso la vita Roberto Pambieri, 50 anni, farmacista di Albairate (nel Milanese) mentre stava effettuando un volo radente con il suo parapendio a motore. Un testimone che aveva assistito alla tragedia aveva riferito di averlo visto abbassarsi sino a livello dell’acqua e poi, improvvisamente, inabissarsi forse dopo aver urtato un ostacolo. Pambieri, che si era alzato in volo da qualche chilometro di distanza, era rimasto imbragato al parapendio, non era riuscito a liberarsi ed era morto per annegamento. I vigili del fuoco di Vigevano e del nucleo fluviale di Pavia, i sommozzatori di Milano ed un elicottero giunto dall’aeroporto di Malpensa lo avevano cercato in un ristretto tratto dell’asta fluviale. Il corpo senza vita dell’uomo era stato recuperato dopo qualche ora nella zona dell’Ayala, qualche centinaio di metri più a valle rispetto al punto nel quale lo sfortunato cinquantenne era stato visto inabissarsi.