di Manuela Marziani Niente più giochi dei bambini, mobili, il libretto dell’auto che doveva essere sottoposta a revisione e tutta la casa. Al ritorno dal suo Paese d’origine, Mina Lakhdoudi, mamma di tre figli di 5 e 2 anni e 11 mesi, che da Voghera dove vive era tornata in Marocco per sbrigare le pratiche di divorzio, ha trovato la serratura cambiata e tutti i suoi oggetti portati via. Il proprietario dell’alloggio, approfittando della sua assenza, è entrato sfondando la finestra e l’ha cacciata, senza aspettare un provvedimento di sfratto formale. Da quel momento la donna con il padre e i suoi bambini abita dalla sorella, dieci persone che si dividono un appartamento. "Con il proprietario – racconta Mina – eravamo d’accordo che al mio ritorno ci saremmo messi a posto. Io ero indietro con alcune mensilità, ma volevo pagare. Non l’ho potuto fare perché lui non ha pazientato. Mi sono sentita violata, ha toccato gli oggetti dei miei genitori, dei miei figli. Ha toccato la mia famiglia e per me la famiglia è sacra. Ora dice che posso andare a prendermi le mie cose quando voglio, ma non so neppure in che condizioni siano. Ormai è tutto nelle mani degli avvocati, se la vedranno loro". Ancora ieri mattina, per la terza settimana consecutiva, gli attivisti dell’Assemblea per il diritto alla casa sono scesi in piazza a fianco di Mina: in piazza Guicciardi, davanti alla Prefettura. "Il proprietario, che indossa una divisa – hanno detto i manifestanti al microfono – ha sgomberato la casa e tutto quello che c’era dentro. Mina è andata subito in Comune a Voghera a chiedere aiuto, ma l’Amministrazione ha sostenuto di non poter intervenire legalmente per dare una casa a Mina, benché la legge regionale permetta un’assegnazione di casa popolare transitoria d’urgenza". Durante il presidio, ...
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