
La vittima Anila Ruci aveva 38 anni
SCALDASOLE (Pavia) La Corte d’Assise di Pavia ha condannato a 22 anni e 6 mesi di reclusione Osman Bylyku, trentaduenne a processo con l’accusa di omicidio volontario per la morte di Anila Ruci, 38 anni. Ruci era stata trovata senza vita il 19 aprile 2023 nella sua casa di Scaldasole, in Lomellina. Ieri nella sua requisitoria la pm Diletta Balduzzi ha chiesto l’ergastolo.
L’Assise presieduta dalla giudice Elena Stoppini in sentenza ha escluso l’aggravante della convivenza abituale, che era contestata all’imputato e che comporta il fine pena mai. Per la difesa di Bylyku, l’avvocato Stefano De Felice, "la sentenza accoglie quella che era la richiesta difensiva di escludere l’aggravante della convivenza abituale, che avevamo segnalato sia tramite una memoria depositata nei giorni scorsi sia durante l’arringa conclusiva. Ora aspettiamo le motivazioni".
La giurisprudenza infatti fa differenza tra la semplice coabitazione e la stabile convivenza, indicando quest’ultima come un legame stabile caratterizzato da comunanza di vita e affetti. Bylyku, secondo gli inquirenti, era ospite a casa di Ruci, che conosceva il padre dell’imputato. Il giorno dell’omicidio, Bylyku era stato visto aggirarsi per le strade di Scaldasole ferito. Quando arrivarono i soccorsi per lui, venne ritrovato anche il corpo di Anila Ruci. La donna era stata uccisa a coltellate diverse ore prima. Bylyku, portato in ospedale per essere medicato, nell’immediatezza aveva negato ogni addebito. Poi nel corso dell’iter giudiziario non aveva più rilasciato dichiarazioni.
Il movente non è noto. La Corte nella sentenza ha riconosciuto all’imputato anche le attenuanti generiche. La difesa aveva chiesto l’assoluzione, dopo la lettura delle motivazioni da procedura l’imputato potrà valutare l’eventuale ricorso.
Nicoletta Pisanu