La Cgil scende in tre piazze "Ora una sanità pubblica più forte"

Manifestazioni a Pavia, Vigevano e Voghera per denunciare i troppi disservizi nel settore. Il segretario Catalano Puma: tempi di attesa lunghissimi per le prestazioni, si creano discriminazioni

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di Manuela Marziani

Ridurre i tempi d’attesa potenziando gli organici e rafforzando la rete di assistenza: è questa la cura che la Cgil prescrive per la malata sanità lombarda. Lo ha fatto con tre presidi che si sono tenuti ieri davanti alla casa di comunità inaugurata in piazzale Golgi e di fronte agli ospedali di Vigevano e Voghera. "Il nostro è un grido d’allarme - spiega Fabio Catalano Puma, segretario provinciale Cgil Pavia - perché sono molte sono le inefficienze che caratterizzano i servizi sanitari e socio-sanitari. I tempi di attesa per accedere alle prestazioni sono lunghissimi e questo costringe molti cittadini che dovrebbero attendere mesi o anni per visite ed esami a rivolgersi alle strutture private a pagamento, generando una disparità tra chi ha disponibilità e i meno abbienti o i più fragili. Per aggirare le liste d’attesa poi c’è chi si rivolge al pronto soccorso intasando il servizio. Quindi sarebbe necessario ridurre i tempi di attesa per consentire ai cittadini l’accesso alle cure ed in tempi congrui".

Potenziare gli organici e valorizzare le professioni del mondo sanitario e socio-sanitario per rendere funzionanti i dipartimenti di prevenzione e le case e gli ospedali di comunità, che senza il personale rischiano di rimanere delle strutture vuote senza servizi, è una delle richieste della Cgil, ma occorre pure ricostruire tutta la rete dei servizi territoriali. "Occorre rafforzare la sanità pubblica incrementando le risorse e cambiando norme e principi che regolano il rapporto tra pubblico e privato - prosegue Catalano Puma -. Inoltre si deve rendere funzionali le case e gli ospedali di comunità che significa cambiare il modello e i sistemi di accreditamento delle strutture socio-sanitarie. Bisogna poi ripensare al modello delle Rsa e Rsd per dare delle risposte agli anziani e non autosufficienti, la presa in carico dei soggetti fragili ed evitare la strage alla quale abbiamo assistito in occasione della pandemia". Nel tentativo di trovare una soluzione ai numerosi problemi della sanità pavese si costituirà in Provincia una cabina di regia. Il 6 febbraio il presidente Giovanni Palli incontrerà Cgil, Cisl e Uil per discuterne. "Gli stipendi percepiti nella sanità pubblica sono molto bassi - spiega Andrea Galeppi della Uil -, di conseguenza molti si licenziano e svolgono la libera professione che consente loro di guadagnare molto di più. Così in Asp la situazione è disastrosa, l’organico di infermieri e Oos è ridotto all’osso, medici di base non ce ne sono più, l’età media nel settore è di 55 anni e avanti di questo passo ci cureremo da soli".