Nubifragio nel Pavese: grandine su 200mila quintali d’uva

Un quinto della produzione 2022 in Oltrepo danneggiato dai due nubifragi a distanza di pochi giorni

Massimo Barbieri presiede Torrevilla

Massimo Barbieri presiede Torrevilla

Casteggio (Pavia) - Un quinto della produzione di uva del 2022 in Oltrepo compromesso dopo due nubifragi a distanza di pochi giorni. Il primo, a fine maggio, aveva avuto come epicentro la Valle Versa, soprattutto sul versante orientale, verso la provincia di Piacenza. A conti fatti, almeno 100mila quintali di uva distrutti dalla grandine. Il secondo disastro particolarmente violento, con chicchi di grandine grossi come noci, è stato più localizzato e ha colpito soprattutto parte della fascia collinare del Casteggiano, la zona di Torrazza Coste e Montebello della Battaglia, compresa Riccagioia dove ha sede il centro regionale Civifruce. Oltre un centinaio gli interventi operati dai vigili del fuoco mentre Coldiretti stima danni fino all’80 per cento, comprese aree non viticole ma coltivate a cereali. «Solo nei prossimi giorni si potrà avere un quadro più preciso della situazione, con una serie di sopralluoghi e perizie mirate".

Lo evidenzia Massimo Barbieri, presidente di Torrevilla, la cui platea di soci si concentra proprio nel Casteggiano. "Dai nostri soci, esclusi alcuni casi, non si rilevano situazioni disastrose o di particolare gravità – dice Barbieri – ma solo con un’analisi territoriale da effettuarsi nei prossimi giorni sapremo in che misura la grandinata che ha colpito Torrazza Coste e Montebello della Battaglia possa aver inciso negativamente. Anche per quanto riguarda il discorso qualità, che speriamo proprio non sia stato intaccato ".

Risparmiata, invece, la zona di Borgo Priolo, ma complessivamente il timore è che fra il nubifragio in Valle Versa a fine maggio e quello di 48 ore fa nel Casteggiano il bilancio viticolo 2022 dell’Oltrepo Pavese possa essere deficitario di oltre 200mila quintali sul totale di 900mila-un milione di quinta li. Nei prossimi giorni potrebbero essere attivati contributi da parte della Regione, con il decreto di stato di calamità. "Ma – avverte l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi – occorrono maggior sensibilità e consapevolezza da parte delle aziende nel ricorrere a forme di assicurazione". In Oltrepo sarebbe in questa condizione solo un’azienda su due. «Noi siamo assicurati ma con i soldi che riceveremo non faremo nulla – afferma Bambina Gallotti, produttrice a Torrazza Coste con il marito – Le piante ormai sono rovinate. Bisognerebbe reciderle dal basso e aspettare che ricrescano. Visto che poi i giovani non vogliono più impegnarsi in questi lavori che ormai rendono poco, con quest’ultima botta penso che dal prossimo anno non produrremo più".