È finito sotto procedimento disciplinare e rischia la sospensione dal lavoro e dallo stipendio per avere violato il codice disciplinare un ufficiale giudiziario in servizio a Pavia, che avrebbe rivolto offese di carattere sessista a una sua dirigente. "Tu sei una femmina, mi devi portare rispetto perché sono un uomo e sono un tuo superiore" avrebbe detto l’ufficiale giudiziario di 55 anni alla funzionaria. La frase sarebbe stata pronunciata a maggio. In primavera, infatti, la dirigente avrebbe deciso di introdurre nuove modalità per rendicontare le trasferte degli ufficiali giudiziari. Un’innovazione non gradita dal 55enne. Sarebbe così esploso un conflitto tra i due operatori. Il confronto tra i due colleghi da pacato sarebbe poi degenerato. L’uomo avrebbe prima dato dell’ "ignorante" alla funzionaria e poi l’avrebbe insultata con la frase sessista.
Alla discussione avrebbero assistito anche alcuni colleghi intervenuti per cercare di calmare l’ufficiale giudiziario, poi il caso con un esposto sarebbe stato segnalato al ministero di giustizia, che attraverso il presidente del tribunale di Pavia, ha avviato il procedimento disciplinare comunicato al 55enne. L’esame di quanto accaduto, se sia effettivamente accaduto, non si è ancora concluso. Quattordici lavoratori che come l’ufficiale giudiziario e la dirigente operano negli uffici di via Porta ed erano presenti allo scontro verbale sarebbero stati indicati come testimoni e, da quanto si è appreso, si stanno piano piano ascoltando per appurare quello che è accaduto in via Porta. Convocato a luglio, anche l’ufficiale giudiziario avrebbe fornito la sua versione dei fatti, mentre alcuni testimoni avrebbero raccontato un’altra verità che è rigorosamente coperta dal massimo riserbo. Se, infatti, il 55enne avesse davvero pronunciato quelle parole, avrebbe violato il codice disciplinare che prevede la sospensione dal servizio e il mancato versamento dello stipendio per dieci giorni nel caso in cui vengano messi in atto "atti o comportamenti aggressivi ostili e denigratori che assumano forme di violenza morale nei confronti di un altro dipendente", ma anche "comportamenti minacciosi, ingiuriosi, calunniosi o diffamatori nei confronti di altri dipendenti". M.M.