"Eitan sta bene" e ritrova l’amico Spiderman

Il piccolo è protetto nel suo mondo di giochi. "Ha detto di essere contento del suo ritorno", ha riferito il poliziotto che l’ha accompagnato

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di Manuela Marziani

Le troupe televisive e i giornalisti non ci sono più davanti alla villetta di via Rotta. Eitan, l’unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone, che è rientrato in Italia dopo 84 giorni trascorsi a Tel Aviv ha bisogno di tranquillità e tranquillità ha avuto. Arrivato nella sua casa poco prima di mezzanotte, ha trascorso un sabato sereno con la sua tutrice la zia Aya Biran, lo zio Or Nirko e le cuginette.

"Eitan sta bene", si è limitato a dire lo zio da dietro il telo verde collocato a coprire l’ingresso dell’abitazione per garantire la privacy del bambino. Non può uscire, è in quarantena come tutta la sua famiglia. Ieri è rimasto in casa con il "suo amico" Spiderman che ha ritrovato nella cameretta di casa dove tutto parla del suo eroe e dei suoi genitori ritratti in diverse fotografie. In quella stanza, quando il bambino di 6 anni era tornato dopo le dimissioni dall’ospedale, hanno portato il loro materasso Aya e Or per stargli vicino nel caso in cui si svegliasse nel cuore della notte con gli incubi. "Non sarò mai la mamma di Eitan – aveva detto la zia quando il piccolo era stato portato dal nonno materno Shmuel Peleg a Tel Aviv a bordo di un volo privato -, ma io ci sono quando ha bisogno". E la donna c’è stata anche in tutti questi 84 giorni trascorsi in Israele in cui il bambino si è dovuto dividere tra un ramo e l’altro della famiglia. Tre giorni da una parte e tre dall’altra, una soluzione salomonica che negli ultimi tempi era diventata un po’ pesante per il bambino. "Con estrema sincerità e spontaneità Eitan ha detto di essere contento del suo ritorno in Italia", ha riferito Andrea Lenoci, il poliziotto della Squadra mobile di Pavia che venerdì sera ha portato in braccio il piccolo fino in casa. E, una volta varcata la soglia della villetta stanco e assonnato dopo 4 ore e 15 minuti di volo, il piccolo è stato accolto da Oliver, il gatto di casa, l’unico ad essere rimasto a Travacò quando tutti sono partiti con un unico obiettivo: riportare a casa Eitan il più presto possibile. Volevano riportarlo nel suo mondo fatto di giochi, di amici e di affetto come quello che sanno dare anche i nonni paterni che in questi 84 giorni sono rimasti in contatto con la figlia Aya che avevano seguito nei suoi trasferimenti e in apprensione per il nipotino. "Guardando al futuro auspichiamo che si spengano ora i riflettori sulla vita privata del bambino – hanno chiesto le avvocate dei Biran Cristina Pagni e Grazia Cesario - a tutela della privacy della riservatezza. Si apre una nuova fase per un percorso di crescita più sereno ancora più necessario se si considera la terribile tragedia che lo ha coinvolto. Quindi fin da ora impegniamoci tutti per permettere ad Eitan di riprendere la sua vita da bambino di sei anni".