Dalla fine del 2016 una serie di episodi inquietanti

Almeno sette gli eventi che hanno riguardato impianti che trattano scarti

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La “terra dei fuochi“, è stata ribattezzata così la provincia perché per un certo periodo sono stati diversi i roghi che si sono sviluppati negli impianti di stoccaggio di rifiuti. Dalla Lomellina al Pavese sono stati numerosi gli incendi che, secondo quanto sostengono gli inquirenti, in alcuni casi avrebbero un’origine dolosa. Dalla fine del 2016 al febbraio 2018 per dodici volte si sono sviluppate delle fiamme che almeno in sette casi hanno riguardano lo smaltimento dei rifiuti. Il copione è quasi sempre lo stesso: al mattino i piccoli centri si svegliano immersi nel fumo e avvolti da un odore acre. Nel 2017 è accaduto ripetutamente, prima a maggio e ad agosto in un deposito di rifiuti speciali di Parona, per arrivare fino al ben più vasto rogo passando per Mortara dove a causa del rogo si è temuto anche per la qualità dell’aria.

“Traffico illecito di rifiuti“: questa l’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Pavia per quanto accaduto alla Eredi Bertè di Mortara. Tre le persone arrestate che sono stata ritenute responsabili a vario titolo di traffico illecito di rifiuti, incendio doloso, utilizzo ed emissione di fatture false, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Oltre agli arresti, sono stati sequestrati circa 2 milioni di euro frutto dell’ingiusto profitto ottenuto attraverso il mancato pagamento delle spese di recupero e di smaltimento. Pochi mesi dopo anche a Corteolona è andato a fuoco un capannone di 2mila metri quadri con tonnellate di rifiuti abusivamente accatastati. In questo caso la spazzatura proveniente da impianti di stoccaggio del Milanese veniva trasportata in un capannone abbandonato a Corteolona e incendiata. Sei le persone arrestate ritenute responsabili dei reati di incendio doloso, gestione illecita di rifiuti, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Meno importanti, invece, i roghi che si sono sviluppati all’isola ecologica di Montebellino, alla periferia di Pavia che molto probabilmente non hanno un’origine dolosa, ma Asm ha collocato un sistema di videosorveglianza per controllare l’impianto. M.M.