Covid 19 nelle lacrime di un ragazzino: il virus si può trasmettere anche con gli occhi

Pavia, da clinici e ricercatori del San Matteo il primo rapporto sull’efficacia di tamponi oculari in pazienti pediatrici "Contagio possibile"

ll professor Gianluigi Marseglia, primario di pediatria

ll professor Gianluigi Marseglia, primario di pediatria

Pavia, 30 dicembre 2020 - Covid 19 trovato nelle lacrime di un ragazzino. Lo rivela uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista di settore "European Journal of Ophthalmology" condotto da clinici e ricercatori dell’ospedale San Matteo di Pavia, relativo al "primo caso di identificazione di Sars-CoV-2 in un campione oculare di paziente pediatrico". Si tratta di un 11enne arrivato in clinica pediatrica per indagini mediche, a causa di contatti prolungati e stretti con un familiare affetto da Covid.

«Alla prima visita il paziente era asintomatico, non aveva tosse, febbre, stanchezza, mal di gola o diarrea, e alcun segno di infezione del tratto respiratorio – dice Gianluigi Marseglia, direttore della pediatria del Policlinico –. Le analisi del sangue del paziente, però, hanno mostrato un leggero aumento dei valori delle transaminasi e l’esame ecografico del polmone una lieve irregolarità pleurica, associata a un’interstiziopatia. Sottoposto a tampone naso-faringeo, il ragazzino è risultato positivo al Covid-19". Tenuto in osservazione, qualche giorno dopo il ricovero l’11enne ha accusato bruciore e lacrimazione, che hanno spinto i medici a chiedere una valutazione oftalmologica. Non sono stati trovati segni di congiuntivite o cheratite, ma è stato raccolto anche un tampone congiuntivale, risultato positivo.

«L’identificazione di Sars-CoV-2 in un campione oculare di un paziente pediatrico ha dimostrato che il virus potrebbe essere rilevato in campioni congiuntivali non solo negli adulti ma anche nei bambini – aggiunge Luciano Quaranta, direttore di oculistica –. Tra il 26 marzo e il 1° maggio, nella clinica sono stati valutati 8 casi anche con un tampone congiuntivale per indicazione clinica; per questi il Sars-CoV-2 è stato identificato in tutti i tamponi nasali, mentre solo un campione congiuntivale è risultato positivo". Le manifestazioni oculari nel paziente ricoverato in pediatria sembrano essere più lievi che negli adulti, come osservato in un gruppo di 27 pazienti pediatrici con infezione da Covid 19 e manifestazioni oculari al ricovero.

«Per quanto a nostra conoscenza – prosegue Quaranta – questo è il primo rapporto sull’identificazione di Sars-CoV-2 in campioni oculari in un paziente pediatrico con sintomi, ma senza segni di coinvolgimento. Tuttavia, nonostante la trasmissione attraverso le lacrime sia teoricamente possibile, non è ancora chiaro se questa possa essere considerata una via importante per la diffusione del virus Covid 19".

«Questo dato estende ulteriormente lo spettro di organi colpiti dall’infezione e sottolinea l’importanza delle protezioni a livello oculare per gli operatori sanitari" conclude Fausto Baldanti, responsabile del laboratorio di virologia molecolare che ha firmato lo studio insieme ai colleghi Marseglia e Quaranta, Francesca Rovida (ricercatrice del laboratorio di virologia molecolare), Ivano Riva, Carlo Bruttini, Giovanni De Angelis (oculisti) e Ilaria Brambilla (pediatra). Nel ragazzino, invece, la malattia ha avuto un decorso benigno: a una settimana dal ricovero stava già molto meglio e lo provavano anche gli esami del sangue ed ecografico. È stato dimesso 12 giorni dopo il suo arrivo in ospedale, e messo in quarantena finché non sono risultati negativi i tamponi nasali e oculari.