Covid, lo studio: nei prossimi mesi a rischio anziani e giovani

La ricerca condotta da Iuss e Università di Pavia individua in over 65 e under 25 le categorie più fragili dal punto di vista fisico e della vulnerabilità sociale

 Le ricercatrici Chiara Crespi e Chiara Cerami

Le ricercatrici Chiara Crespi e Chiara Cerami

Pavia, 23 settembre 2020 - Sono gli over 65 e i giovani sotto i 25 i più fragili e a rischio nei prossimi mesi per l’emergenza Covid. Lo rivela uno studio condotto dalle ricercatrici Chiara Cerami, dello Iuss (Scuola universitaria superiore) di Pavia, e Chiara Crespi, dell’Ateneo pavese, che hanno valutato il profilo di fragilità e vulnerabilità sociale in una popolazione di 1.258 Italiani intervistati durante il lockdown, tra il 14 e il 31 marzo. "Tenendo conto del genere e delle diverse fasce di età – si legge in una nota – mentre la fragilità fisica come prevedibile aumenta linearmente con l’età ed è maggiore nelle donne che nei maschi, i più giovani e gli anziani presentano una maggiore vulnerabilità sociale rispetto alla fascia di individui di mezza età. Inoltre gli uomini sono più vulnerabili rispetto alle donne. Sia la fragilità fisica che la vulnerabilità sociale contribuiscono a spiegare la percezione individuale dell’impatto dell’emergenza Covid 19 sulla salute".

«L’isolamento sociale e la solitudine percepita in seguito all’epidemia sono in grado di esercitare effetti psicosociali drammatici nella popolazione generale – sottolineano le ricercatrici –. Al pari della fragilità fisica correlata all’età e/o alla presenza di patologie pregresse, la vulnerabilità psicosociale è un fattore di rischio in grado di determinare, in caso di infezione, un esito più grave, interagendo anche sull’efficienza del sistema immunitario. L’individuazione precoce di categorie vulnerabili, a rischio di ammalarsi e di sviluppare cambiamenti duraturi dello stato di salute, rappresenta una sfida per i prossimi mesi per prevenire le conseguenze sul benessere generale, destinando risorse a interventi mirati di gestione del disagio".