Coronavirus, test sierologici: a Pavia è conto alla rovescia

Validati dal San Matteo, saranno disponibili tra due settimane. "Daranno una patente di immunità"

Fausto Baldanti, responsabile dell’Unità di Virologia Molecolare dell’ospedale San Matteo

Fausto Baldanti, responsabile dell’Unità di Virologia Molecolare dell’ospedale San Matteo

Pavia, 9 aprile 2020 - Saranno disponibili entro due settimane, il tempo della certificazione Ce, i test sierologici ad alto volume di processamento per rilevare la presenza di anticorpi nei pazienti infettati dal Sars-CoV-2. La collaborazione scientifica tra il laboratorio di virologia del San Matteo, diretto dal professor Fausto Baldanti, e i tecnici della DiaSorin, azienda specializzata in diagnostica, ha portato alla validazione, da parte del Policlinico, di un test specifico per questo virus. "Abbiamo spinto la scienza oltre il confine della conoscenza - ha detto il presidente del San Matteo, Alessandro Venturi - e messo a punto una metodica finalizzata alla ricerca degli anticorpi neutralizzanti che consentirà uno screening molto alto sulla popolazione". La ricerca effettuata dal laboratorio di virologia e durata oltre un mese, è partita dall’analisi dei campioni di sangue di 150 pazienti ricoverati al San Matteo nelle varie fasi della malattia

 "Il siero di alcuni pazienti - ha spiegato Baldanti - contiene anticorpi che sono è in grado di uccidere il virus impedendogli di distruggere le cellule". Per questo si parla di "patente d’immunità". "Quel primo test effettuato - ha aggiunto il direttore del laboratorio di virologia - non si sarebbe potuto ripetere su larga scala. Quindi insieme a un’azienda italiana abbiamo predisposto un altro test. In Lombardia ce ne sono già 64 negli ospedali che vengono usati anche per altre cose. Ciascuno strumento può dare 1000 risposte al giorno, quindi a regime potrebbero essere 64mila al giorno e in Italia ci sono 500 di questi strumenti". Il test si effettua con un normale prelievo di sangue e dà un risultato in poco tempo. Misura la quantità di anticorpi che, se presenti, rendono immune l’individuo rispetto a questa specifica malattia. Pertanto, i test sierologici sono importanti come esame di massa per la remissione nei circuiti sociali e lavorativi di tutti quei soggetti che si sono ammalati, ma anche di quelli che non hanno contratto la malattia e sviluppato anticorpi (come nel caso dei vaccini). Un dato fondamentale nella fase 2 dell’epidemia.

"Questa tipologia di test che ha un’attendibilità superiore al 95% - ha sottolineato il presidente Venturi - serve per capire chi è malato e soprattutto chi ha sviluppato nel proprio organismo gli anticorpi neutralizzanti, che impediscono al virus di replicarsi". "Il test ci potrà dare molte informazioni - ha concluso Baldanti -, come quanti hanno incontrato il virus e quanti hanno titoli neutralizzanti elevati e quindi sono potenzialmente protetti. Come effettuare un’indagine e su che scala sarà la decisione da prendere. Fare tutto a tutti potrebbe creare confusione". Nei giorni scorsi i Comuni di Robbio, come Cilavegna e Castello d’Agogna hanno proposto con successo ai loro residenti di effettuare test sierologici al costo di 45 euro (quello della DiaSorin dovrebbe costarne 5). E anche il Comitato civico di San Martino Siccomario vorrebbe proporre al sindaco uno screening sulla popolazione.