Maugeri, lavoratori in presidio: "No al contratto lavoro privato, -30% su stipendio"

I lavoratori della Fondazione Maugeri hanno proclamato lo stato di agitazione. "Nonostante le rassicurazioni sulla fine della crisi, ora il Cda della Fondazione parla di bilanci in perdita fra 2011 e 2013"

Il presidio dei lavoratori della Fondazione Maugeri a Pavia

Il presidio dei lavoratori della Fondazione Maugeri a Pavia

Pavia, 9 luglio 2014 - Presidio dei dipendenti della Fondazione Maugeri di Pavia contro il passaggio al contratto di lavoro della sanità privata: "Così stipendio ridotto del 30%", denunciano i lavoratori che si sono piazzati all'ingresso con bandiere dei sindacati e un tavolino per raccogliere le adesioni dei pazienti e cittadini alla loro causa. Proclamato lo stato di agitazione, i lavoratori sono rimasti per sei ore in presidio con bandiere e volantini davanti all'ingresso della Fondazione. Cosa che si ripeterà tutti i giorni, dalle 8 alle 14, annunciano.  E' la misura decisa dalle organizzazioni sindacali della struttura in risposta alla comunicazione del consiglio d'amministrazione di voler disapplicare il contratto nazionale di lavoro della sanita' pubblica per passare dal 1 ottobre prossimo a quello della sanita' privata per tutti i 3500 dipendenti delle 21 sedi, distribuite in tutta Italia. 

Come spiega una nota dei sindacati, ''piu' volte la Direzione della Fondazione ha riunito in questi anni le rappresentanze sindacali chiedendo e ottenendo dai lavoratori collaborazione, perche' cosi', si sarebbe usciti dalla situazione di disavanzo in cui ci siamo venuti a trovare dopo le note vicende giudiziarie. Fino allo scorso maggio scorso lo stesso presidente aveva assicurato che la Fondazione stava uscendo dalla crisi e piu' volte ha ribadito che gli stipendi dei dipendenti sono intoccabili''. Ma in una comunicazione del 3 luglio, ''l'Amministrazione - continua la nota - giustifica la sua decisione in base agli esercizi di bilancio 2011, 2012, 2013 in perdita. I lavoratori e le organizzazioni sindacali, convinti che cio' sia il frutto di una gestione inadeguata, hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione e dato avvio ad una serie di iniziative per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni per scongiurare la disposizione unilaterale del cda della Fondazione che comportera' una diminuzione delle retribuzioni del 30%, un peggioramento delle condizioni di lavoro ed un probabile calo del livello assistenziale''. I dipendenti si impegnano comunque, concludono i sindacati, a far si' che ogni azione intrapresa non interferisca con l'attivita' assistenziale.