Comunità sinti a rischio sfratto "Vogliono vendere il nostro campo"

Asm intende alienare l’area di piazzale Europa, da quarant’anni rifugio per 500 famiglie nomadi

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di Manuela Marziani

"Speriamo non esista un compratore". Nel giorno in cui verrà pubblicato il bando con il quale Asm proprietaria dell’area spera di trovare un acquirente per gli oltre 20mila metri quadri di piazzale Europa a due passi dal centro, la comunità sinta che da 40 anni vive in quella zona non ci sta. Chi comprerà lo spazio dovrà farsi carico di attrezzare a proprie spese un’area con gli allacci per acqua, gas e luce, proponendo eventualmente all’amministrazione una localizzazione in aree idonee. "L’imprenditore che dovesse acquistare l’area - dice il Marco Casagrande, il “capo“ della comunità - dovrebbe venire a conoscerci e a parlare. Ci spiace essere trattati come animali". La comunità composta da 400600 persone vorrebbe essere maggiormente coinvolta in un trasferimento, aver letto sui giornali che se ne dovranno andare, li ha messi in agitazione. "Non lascio il mio stile di vita - aggiunge la mediatrice culturale Linda Casagrande -. Questo è il posto in cui siamo cresciuti noi e i nostri figli. In questo spazio abbiamo i ricordi dei nostri genitori, che cosa dovremmo fare? Buttarli nel fiume perché il sindaco ci obbliga a sloggiare senza darci una motivazione?".

In realtà Fabrizio Fracassi sostiene che i sinti non possano più vivere in piazzale Europa perché sarebbe pericoloso in caso di esondazione del Ticino. "Dopo 40 anni devono dividerci per la paura del fiume? - insiste Linda - La nostra cultura vuole la famiglia unita nel bene e nel male. Non potremmo stare a 10 chilometri l’uno dall’altro. Mio mio padre e mio zio Franco hanno più volte chiesto di poter parlare e non ci sono mai riusciti". L’amministrazione comunale vorrebbe però restituire alla cittadinanza un’area di pregio tra Ticino e Naviglio. "Vogliamo dare ai sinti uno spazio degno - sostiene il primo cittadino - in cui arrivino le utenze con contratti regolari che producono fatture da pagare". Intanto Erminia De Colombi, un’anziana del campo, guarda i suoi ricordi di una vita che potrebbe essere costretta a lasciare e i bambini che giocano insieme. "Sono abituati qui - dice -. Io sono nata a Pavia e ci resto, Non accetto uno spostamento e il 99% di noi non lo vuole".

Ma un ragazzino si domanda: "Adesso ci daranno una casa normale?" "Queste case sono state costruite da noi - lo corregge Linda - e sono normali. Abbiamo tutto, anche la cameretta per i bambini".