Clima di pace verso la nomina del nuovo Cda

Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese si prepara a nominare il nuovo Cda, con alta probabilità di continuità. Le vendite all'estero sono in crescita, in particolare per lo spumante Pinot metodo classico. La presidente uscente Gilda Fugazza è candidata alla riconferma. Le sfide future riguardano il mercato e i costi di produzione. Le polemiche del passato sono ormai superate.

Clima di pace verso la nomina del nuovo Cda

Clima di pace verso la nomina del nuovo Cda

Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese verso la nomina del nuovo Cda per il prossimo triennio, scelta che al 99 per cento sarà nel segno della continuità. Niente tensioni e risultati significativi raggiunti con l’intensa attività promozionale, soprattutto all’estero, con successo nelle vendite in particolare per i prodotti di punta come lo spumante Pinot metodo classico. Da aggiungere, a dimostrazione di un ritrovato clima più che disteso, il rientro nel Consorzio anche della Cantina Torrevilla e l’adesione di aziende blasonate come Montelio di Codevilla.

Per i 19 posti del futuro Cda concorrono in 28. L’assemblea sarà chiamata a pronunciarsi entro fine mese o ai primi di marzo. I posti nell’Esecutivo saranno distribuiti in base alle categorie: viticoltori, vinificatori e imbottigliatori. Quest’ultimi nel Cda uscente hanno 7 posti e i candidati per il nuovo sono in egual numero. I viticoltori invece hanno 10 candidati per sei posti; i vinificatori, sei cariche disponibili per 11 candidati. In lizza anche il presidente del Distretto del Vino Fabiano Giorgi; l’ex presidente Luigi Gatti; il presidente di Torrevilla, Massimo Barbieri.

Fra i candidati anche la presidente uscente Gilda Fugazza (nella foto) e i due vice Ottavia Giorgi Vistarino e Renato Guarini. Riconferma quasi certa, ma non è detto che gli incarichi di vertice siano ancora quelli attuali. Le sfide per il presente e il futuro si giocano su fronti quali il mercato e i costi di produzione, sempre in aumento. Intatto un fatto è certo: il periodo travagliato delle polemiche dopo le inchieste che hanno offuscato l’immagine di un territorio con 13mila e 500 ettari a vite e 1,700 aziende è ormai alle spalle.

Pierangela Ravizza