Parona, 5 gennaio 2023 – “La discriminazione delle persone con disabilità viene messa sempre in secondo piano rispetto alle altre. Anche adesso che sui social si parla tanto di inclusione e di uguaglianza, viene trattato come un argomento poco interessante. Invece vorrei diventasse un tema pop". Chiara Sommi, 24enne di Parona, da tempo porta avanti una battaglia sulla fruibilità dei concerti da parte delle persone con disabilità che solitamente vengono confinate nei posti meno appetibili.
Ora a questo impegno ne ha aggiunto anche un altro: riuscire a viaggiare in aereo. Diverse compagnie, infatti, hanno limiti rigidi sulle sulle dimensioni e il peso dei bagagli che possono essere imbarcati in stiva. Questo può creare problemi significativi per i passeggeri con disabilità che necessitano di portare con sé una carrozzina.
Attualmente, la politica di Ryanair consente solo carrozzine con un peso massimo di 15 chili e dimensioni massime di 81x119x119. Un limite spesso insufficiente per le esigenze dei passeggeri con disabilità gravi. La ragazza se n’è accorta sulla sua pelle. Nei mesi scorsi, infatti, avrebbe voluto assistere a un concerto dei Maneskin, ma non ha potuto volare dai suoi idoli. Ed è accaduto per ben due volte. Per questo Chiara ha lanciato una petizione sulla piattaforma change.org che ha raccolto finora oltre 560 firme.
Chiara, tu avevi volato prima di questa occasione?
"Sì, avevo viaggiato con tre diverse compagnie e non mi era mai successo di rimanere a terra a causa della mia sedia a ruote. In questo caso avrei voluto prendere un volo Ryanair. Ho scoperto così che un bagaglio di grandi dimensioni può essere inserito in stiva e viaggiare, una sedia a rotelle no. Io quindi valgo meno di una valigia".
Quando sei rimasta a terra i Maneskin lo hanno saputo e ti hanno invitata a Dublino ad assistere al loro concerto e a conoscerli, ma ancora una volta non ti è stato possibile salire a bordo...
"Sono una ragazza, voglio avere il diritto di viaggiare. Dopo il concerto di Dublino, sarei andata a vedere l’Irlanda, invece sono rimata a casa. La petizione è nata per questo, serve a creare un minimo di dibattito tra l’opinione pubblica perché non riuscirò mai ad arrivare alla compagnia aerea".
La tua petizione non dovrebbe essere promossa di più?
"Indubbiamente, ma sono una persona che lavora e che ha la sua vita. Ho raggiunto le persone che solitamente mi danno ascolto, non pretendevo di ottenere tanti consensi, però non volevo neppure stare con le mani in mano. Non è un periodo molto facile per me, sono già contenta così e orgogliosa di aver fatto conoscere il mio problema".
Come intendi andare avanti nella tua battaglia?
"Proverò a contattare altre persone per capire se posso fare un’assicurazione per i viaggi futuri in modo da scaricare la compagnia aerea da ogni responsabilità nel caso in cui la carrozzina si dovesse rompere. In realtà non me l’hanno caricata per quel motivo. Inoltre cercherò di parlarne sempre di più e meglio".
Negli ultimi tempi ci si è accorti delle difficoltà che vivono le persone con disabilità ad esempio con le barriere architettoniche.
"Di certi temi si parla ancora poco e in modo pietistico. Anche a livello mediatico c’è un grande lavoro da fare, però non possiamo essere solo noi a farlo e insegnare come dobbiamo essere trattati. Occorre creare una coscienza collettiva".