
Villa Nuova Italia
Broni (Pavia), 10 luglio 2019 – Un regalo atteso (da nove anni), finalmente andato in porto: Villa Nuova Italia, edificio storico al centro di Broni, passa, gratuitamente, dal Demanio al Comune. Un passaggio importante perché, a questo punto e finalmente possono partire i lavori di ristrutturazione, urgenti già da qualche anno, ma rimasti in stand by nonostante le risorse ci fossero in quanto non era ben chiaro se e come, il comune poteva intervenire su un immobile di altrui proprietà. Anche quest’ultimo ostacolo (burocratico) è caduto perché, nei giorni scorsi, con voto unanime del consiglio comunale (e a Broni non capita spesso) è stata approvata la bozza di convenzione poi sottoscritta dal sindaco, Antonio Riviezzi e dai responsabili del Demanio.
Villa Nuova Italia, ora, è comunale al 100%. Il primo step di un ambizioso piano di recupero prevede un primo stanziamento di 250mila euro. L’obiettivo che, quasi sicuramente richiederà altre risorse finanziarie, è di trasformare il piano terra dell’edificio situato nella centralissima piazza Vittorio Veneto in un grande atelier artistico, per mostre o rassegne ma anche per eventi culturali e conferenze. Il primo piano, invece, potrebbe diventare la sede per associazioni od uffici legati all’attività del vicino Teatro Carbonetti. Il procedimento di acquisizione, a costo zero, era stato avviato dal comune di Broni sin dal 2010-2011 subordinando l’atto all’attuazione di un importante progetto di recupero della struttura che, in passato (e poi più recentemente) è stata adibita a diverse funzioni. Nel diciottesimo secolo era ancora una dimora privata e soprannominata, in omaggio del suo progettista e realizzatore, villa Maccabruni
Negli anni Venti del secolo scorso era diventata la casa del Fascio e nel periodo più buio, della storia della guerra di Liberazione aveva ospitato anche il comando della polizia fascista Sicherheit che agiva insieme ai nazisti. Nell’immediato dopoguerra, invece, venne ribattezzata «Villa Nuova Italia» e per oltre una decina di anni, un po’ prima ed un po’ l’anno Duemila, era diventata la sede del municipio , con tanto di uffici e aula per le adunanze del consiglio comunale. Solo con la ristrutturazione ultimata di palazzo Arienti, sede del municipio, la struttura è stata, di fatto, abbandonata, anche se il comune, da sempre aveva un progetto di valorizzazione già operativo. «Ma non si può intervenire su una proprietà che non è comunale – aveva avvertito, tre anni fa -la minoranza in consiglio comunale.» Inghippo superato con la nuova convenzione sottoscritta nelle ultime ore. E nelle prossime settimane dovrebbe aprire il nuovo cantiere.