MANUELA MARZIANI
Cronaca

Borgarello, beffa per le addette alle pulizie. Arrivano al lavoro in Rsa: licenziate

La sindacalista della Uil: “Servizio affidato a una società terza. Non è sana cooperazione sociale”

Silvia Mattoteia rappresentante dei lavoratori per la Uil

Silvia Mattoteia rappresentante dei lavoratori per la Uil

Sono arrivate al lavoro per iniziare come sempre il proprio turno in una struttura per anziani e si sono trovate un’amara sorpresa: una lettera di licenziamento senza alcun preavviso. Licenziate in tronco. E’ accaduto a quattro addette alla pulizia e sanificazione della Rsa “Giovanni Amodeo“.

Le donne, che lavoravano nella struttura anche da 20 anni e hanno dai 45 ai 60 anni, erano alle dipendenze di una cooperativa. La struttura con 69 posti letto, in camere doppie e singole e un parco di 8mila metri quadrati è di proprietà dell’ente gestore “Scimaro“ titolare di quattro Rsa in Lombardia (due in provincia di Pavia a Borgarello e a Borgo San Siro, una a Milano e una a Briosco in provincia di Monza e Brianza) opera in appalto e occupa, solo a Borgarello oltre una trentina di lavoratori. A occuparsi dei servizi di pulizia fino al giugno scorso era la cooperativa sociale Eneas di Como, subentrata nel giugno 2022 alla precedente cooperativa sociale Hospita. E’ stata Eneas che ha deciso improvvisamente di esternalizzare il servizio di pulizia e sanificazione a un’altra società, la Cristal.

"Nel 2022 quando c’è stato il cambio di appalto – ha spiegato Silvia Mattoteia segretaria al terzo settore della Uil Fpl di Pavia – tutti i lavoratori sono stati assorbiti in blocco con lo stesso contratto e le stesse mansioni. Adesso, invece, soltanto il servizio di sanificazioni e puliza è stato affidato a una società terza. Potrebbe anche non essere un cambio di appalto, ma non ho mai visto una esternalizzazione in cui il datore non eserciti un’opzione sui lavoratori e non vengano salvaguardati i posti di lavoro. In questo caso non si sono preoccupati del destino delle proprie dipendenti e non hanno pensato all’età che hanno che rende di difficile ricollocazione le donne. Rispettando la scelta aziendale, se ci avessero coinvolti sindacalmente, si sarebbero potute avanzare opzioni sulle lavoratrici".

Le donne licenziate in tronco sono le stesse che durante il periodo Covid hanno garantito la sanificazione della Rsa mettendo a rischio la propria salute. "Difficile assimilare fatti di questo genere – ha aggiunto Mattoteia – alla sana cooperazione sociale che tra le proprie finalità ha quella di perseguire l’interesse generale della comunità, la promozione umana e l’integrazione sociale dei cittadini e dei soggetti fragili. Non a caso stiamo parlando di donne lavoratrici, a basso reddito e con contratti part-time, tra le quali persone non più giovani a pochi anni dalla pensione". Uil Fpl assisterà le lavoratrici anche attraverso i propri uffici legali.