La Prefettura ha accolto dieci ricorsi presentati dalla “Globoconsumatori“, diversi dei quali contenenti ben più di un verbale, contro le sanzioni elevate dal dispositivo autovelox fisso che lo scorso anno è stato attivato lungo il tratto della provinciale 183 che lambisce l’abitato di Gambolò. In un tratto nel quale la strada, di fatto una circonvallazione, consente di mantenere almeno i 70 chilometri orari, il limite era stato ridotto a 50. Oggi l’apparecchio non è più in funzione in modo continuativo, nell’arco di pochi mesi aveva elevato decine di migliaia di sanzioni, ma viene utilizzato come dispositivo mobile e solo in presenza di una pattuglia della polizia locale.
Secondo la Prefettura "l’installazione del rilevatore di velocità di tipo fisso non rispetta quanto statuito dal Decreto ministeriale n. 282/2017 in quanto non risulta soddisfatta la distanza minima di un chilometro richiesta tra la postazione di rilevamento e l’ultimo segnale stradale indicante la velocità consentita che insista su una strada in cui tale limite risulta diverso da quello presente sull’arteria principale su cui è installato l’autovelox". Sulla questione il sindaco Antonio Costantino resta ancorato alla posizione espressa da sempre. "Il nostro obiettivo era mettere in sicurezza un tratto stradale particolarmente pericoloso – dice –. Accettiamo le sentenze e non faremo ricorso a conferma che la nostra intenzione non era quella di “fare cassa“ ma solo garantire tutti gli utenti della strada". U.Z.