Assemblea fiume per i 12 posti nel CdA di Terre

Una sfida decisa in partenza. In settimana si potrà conoscere. il nome del futuro presidente

Un’assemblea fiume, oltre 9 ore con lo spoglio dei voti andato avanti fino a tarda serata per sancire la svolta al vertice di Terre d’Oltrepo, la più grande coop del vino di Lombardia. In lizza 18 soci per disputarsi 12 posti in CdA.

L’unico certo già in partenza era Alberto Cazzulani in rappresentanza del socio sovventore Fondo Sviluppo Confcooperative, cui spetta un posto di diritto. Alle urne si sono presentati 219 soci mentre altri 260 hanno optato per la delega: complessivamente circa il 70% della base sociale di Terre. Prima del voto, l’assemblea ha deciso l’aumento dei consiglieri a 13 ma senza gettone di presenza. Insomma, incarico molto ambìto ma gratuito. Ufficialmente non c’erano liste e le candidature dovevano essere singole.

Non a caso, ad esempio, in lizza c’era anche Fabio Marchesi, socio di Casteggio che già ci aveva provato invano nel 2020. Come lui altri due candidati indipendenti (Paolo Piccinini, presidente del Consiglio comunale di Casteggio; e Fabio Bisi di Santa Maria della Versa) mentre 12 erano schierati dal gruppo che si era fatto promotore della mozione di sfiducia nei confronti del CdA in carica guidato da Andrea Giorgi e che, avendo raggiunto l’obiettivo con oltre 300 voti contro 153, è diventato maggioranza in Terre d’Oltrepo. Lo stesso Giorgi, con i due ex consiglieri Carlo Ferrari e Paolo Boselli, si è presentato per far parte del nuovo CdA. Di fatto, quindi, una sfida già decisa in partenza: il listone dei 12 con il bronese Emilio Bosini e il casteggiano Enrico Bardone in pole position per diventare presidente, avrà il pieno controllo del CdA.

Unica incertezza: se l’ex presidente Giorgi abbia ottenuto i consensi sufficienti per strappare un posto. In settimana si conoscerà il nome del nuovo presidente e soprattutto saranno verificate ipotesi circolate nei giorni scorsi sul futuro di Terre d’Oltrepo come l’insistente voce di una possibile cessione, a un gruppo veneto, della storica cantina La Versa, acquisita all’asta cinque anni fa, anche allora a febbraio, ma del 2017.

Pierangela Ravizza