MANUELA MARZIANI
Cronaca

Allevamenti sotto attacco. Peste suina, un altro caso. Il virus a Sant’Alessio

Colpita una struttura che ospita tremila suini. Già iniziati gli abbattimenti. Salgono a sedici i focolai in provincia di Pavia dall’inizio del 2022.

Allevamenti sotto attacco. Peste suina, un altro caso. Il virus a Sant’Alessio

In due anni e mezzo nel Pavese sono stati 12.922 i casi registrati e 61.587 gli animali coinvolti. «. Non vogliamo metterci 30 anni come la Sardegna per uscire dalla peste» dice l’assessore regionale Beduschi

La peste suina africana è entrata in un altro allevamento che ospita 3.000 suini e sono già iniziati gli abbattimenti da parte del servizio veterinario. Dal 1° gennaio 2022 a ieri sono 16 i focolai in provincia di Pavia, 12.922 i casi e 61.587 gli animali coinvolti. "Ormai è crollata la diga e la psa si sta diffondendo velocemente – ha detto la capogruppo del Pd in Consiglio comunale MIlena D’Imperio –, come succede sempre quando non si bloccano le infezioni virali. Le responsabilità di Regione Lombardia sono gravissime. Nessuna misura sanitaria seria, nessuna informazione ai cittadini, nessuna tutela nei confronti di allevatori al collasso". Ma l’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi non ci sta: "Abbiamo importato la peste suina africana dal resto d’Europa e in particolare dai Paesi dell’Est. Laddove si insedia, purtroppo rimane per anni. Ne sono una prova gli oltre 5 milioni di suini uccisi in Cina e i 10 anni di latenza della malattia in un Paese dove vengono adottati metodi e mezzi più intensi dei nostri". In Lombardia si è puntato sul depolamento della specie cinghiale, che rappresenta il vettore principale di trasmissione della malattia e sono stati cacciati 49mila cinghiali in un anno e mezzo. "Nessuno come noi ha aumentato le catture – ha aggiunto l’assessore – e Pavia ha contribuito largamente a questo risultato".

Inoltre sono stati spesi quasi 10 milioni di soldi lombardi per la biosicurezza. "Abbiamo cercato di aiutare le aziende colpite – ha proseguito Beduschi –, abbiamo alzato il livello di attenzione e il servizio veterinario sta continuando a effettuare prelievi. Ma se con tutte le attenzioni, c’è sempre qualcuno che non si lava le mani e i calzari e pesta la campagna portando dentro la malattia andando in più allevamenti, la psa continua a circolare. Stiamo ricostruendo i fatti e abbiamo riscontrato che in diversi allevamenti c’è stato un sistema doloso fatto di sottovalutazione. Noi non vogliamo metterci 30 anni come la Sardegna per uscire dalla peste. Per questo insieme al commissario Filippini abbiamo attivato una serie di iniziative. Gli allevamenti non possono più essere gestiti in modo amatoriale, chi non sta nel sistema non sarà sottoposto al psr e chi non rispetta le regole deve essere perseguito perché reca un danno a tantissimi che hanno speso soldi per debellare la malattia".