REDAZIONE PAVIA

Al San Matteo doppio intervento record salva la vita a una donna di 45 anni

Pavia, lo spirito di squadra di cardiochirurghi e chirurghi vascolari ha fatto la differenza

Franco Ragni, responsabile della chirurgia vascolare del San Matteo

Pavia, 31 maggio 2018 - Due interventi eseguiti a poca distanza l’uno dall’altro hanno salvato la vita a una 45enne con una malattia rara ereditaria che affligge in Italia circa 15mila persone. A fare la differenza è stato il lavoro d'équipe e lo spirito di squadra messi in campo dai cardiochirurghi e dai chirurghi vascolari del San Matteo che hanno ridato il sorriso a una donna attualmente ricoverata in rianimazione con un'evoluzione post operatoria decisamente favorevole. I medici sono ottimisti: corposa è la loro speranza che possa farcela.

Non era così qualche giorno fa: la signora s’era presentata in Pronto Soccorso con forti dolori al torace e all’addome. Era già nota agli specialisti del Policlinico: affetta da una sindrome rara, è seguita da tempo dal Centro Malattie Genetiche Cardiovascolari, diretto da Eloisa Arbustini. A causa della sua patologia, che porta alla dilatazione e alla rottura delle arterie, era stata sottoposta, negli anni addietro, a più interventi cardiochirurgici nel tempo, per la ricostruzione dell’aorta ascendente. Dopo una seria di accertamenti ed esami strumentali, la paziente è stata ricoverata in chirurgia vascolare, con una diagnosi di dissecazione aortica acuta (malattia vascolare gravata da un’alta mortalità, se non trattata con chirurgia d’urgenza), con una concomitante complicazione cardiaca.

“E’ qui – spiega Franco Ragni, responsabile clinico della chirurgia vascolare – che il lavoro di équipe tra i miei colleghi di struttura e i cardiochirurghi palesa quella marcia in più che consente di raccogliere le sfide più difficili e di condividere i diversi trattamenti”. La donna è stata inizialmente sottoposta a una operazione per la sostituzione dell’aorta ascendente, “comprese una serie di altre procedure – racconta Stefano Pelenghi, direttore della cardiochirurgia – fra cui la disposizione sull’aorta discendete di un impianto pronto ad ospitare endoprotesi, già pianificate insieme con i chirurghi vascolari”. Specialisti che hanno operato successivamente, con una tecnica mini invasiva, a distanza di 48 ore dall’intervento cardiochirurgico.

Le due operazioni sono perfettamente riuscite: le condizioni della donna stanno decisamente migliorando e non si esclude, fra pochi giorni, la sua dimissione dalla rianimazione per un trasferimento nel reparto di degenza.