Irene Pivetti alla mensa dei poveri a Monza: "La politica è il passato, felicissima qui"

La seconda vita della più giovane presidente della Camera: ha preso in gestione il ristorante sociale "Smack" del pensionato di via Tazzoli. "Siamo una decina, tra cucina e servizio al tavolo, ma potremo aumentare"

Irene Pivetti serve pasti al pensionato di Monza

Irene Pivetti serve pasti al pensionato di Monza

Irene Pivetti, a metà degli anni Novanta, la più giovane presidente della Camera, ha conosciuto Monza venendo a fare jogging al Parco, da "vip" sotto scorta. Da pochi giorni a questa parte torna a Monza e si rimbocca le maniche nei panni di dirigente di un'impresa sociale. Si tratta della cooperativa Mac Servizi che ha preso in gestione il ristorante sociale "Smack" del pensionato di via Tazzoli (gestito dalla Cooperativa Monza 2000). Residente a Milano, Irene Pivetti ha preso una stanza al pensionato per poter aprire il ristorante alle 6.30 del mattino e spegnere le luci alle 22. La incontriamo alle prese con la spesa, ottimizzando qualità e prezzo, fra tavoli da apparecchiare e prenotazioni da segnare. Il contesto è familiare e gli arredi, tutti diversi, tende e palco per eventi fatti a mano dai membri della cooperativa, ma si respira aria di casa.

Signora Pivetti la dobbiamo chiamare onorevole?

"No, no, la politica appartiere a una vita precedente".

Come si trova a Monza?

"Sono felicissima ho ritrovato qui quella gentilezza austera, tipica dell'animo lombardo della Milano di 40 anni fa, andata un po' persa".

Cosa significa ristorante sociale?

"Il nostro target è trasversale, tra le persone che lavorano qui attorno, studenti e insegnanti che hanno i rientri pomeridiani e nei fine settimana le famiglie con bambini, per cui ci siamo attrezzati di seggiolone e fasciatoio; oltre ovviamente a persone in difficoltà. Deve diventare luogo d'incontro a tutte le ore, per studiare, mangiare, trovarsi a prendere un caffè. Per questo teniamo prezzi molto contenuti (8.50 euro in convenzione, 9.50 senza e studenti 6 euro) offrendo primo, secondo, contorno e bevande incluse. A breve metteremo anche l'angolo dei giornali, visto che il quartiere San Fruttuoso non ha più un'edicola. Abbiamo in programma anche di mettere un Amazon locker, per la consegna dei prodotti di e-commerce e poi un palco per feste con animazione. Insomma vogliamo diventare il soggiorno del quartiere; "il tinello" come si dice in milanese". Come in tinello, il locale di via Tazzoli raccoglie e si fa interprete di molteplici esigenze. Per questo la prossima settimana apriremo anche il Centro Servizi: Centro assistenza fiscale, disbrigo pratiche mutualistiche e commerciali, gestione debiti, un aiuto per tutte le pratiche burocratiche rompicapo per i cittadini".

Come è nata la collaborazione con Mac?

"Io ho fatto per tanti anni attività imprenditoriale, nel settore dell'internazionalizzazione delle Pmi, con la Cina. Poi dopo il Covid in quel settore sono riusciti a proseguire solo i grandi player e quindi era tempo di reiventarsi. Perciò un anno e mezzo fa ho cominciato a collaborare con Mac che mi ha chiesto di curare questa startup. Dopo il Covid il terzo settore è il segmento economico che può garantire la ripresa. C'è tanta povertà occulta, per questo l'obiettivo è inventare imprese sostenibili; l'esigenza è quella di tenere i prezzi bassissimi. Cerchiamo tutti i prodotti a costi contenuti, ma riusciamo a offrire la scelta fra due primi e due secondi, diversi a pranzo e a cena. Qui non si può ragionare in termini di profitto. Per questo il nostro obiettivo è il pareggio di bilancio, per servire più persone possibile e far lavorare le persone fragili".

Quanti siete ora?

"Siamo una decina, tra cucina e servizio al tavolo, ma potremo aumentare, secondo le esigenze. Abbiamo aperto da 10 giorni, facciamo anche consegna a domicilio per persone malate o allettate. Per ora abbiamo un giro di 30-40 persone a pranzo e una ventina a cena, ma speriamo di poter aumentare. Siamo disposti anche a concordare per la spaghettata post partita delle società sportive".

E la politica? Le capita di intrattenersi con i clienti a tal proposito?

"Lascio che i clienti parlino tra loro; se mi chiedono rispondo, ma non è il mio obiettivo. Vede, la politica ci appartiene: siamo fatti di responsabilità sociale e cittadinanza. Io faccio la mia parte accogliendo i bisogni della gente come cooperativa sociale. E' anche questa politica, anche se non partitica. E' fatta in modo diverso. Ma spero che chi opera nel sociale trovi nella politica attiva, ascolto altrettanto pragmatico".

Allora inviteremo la presidente Meloni per un confronto tra donne ai vertici?

"Con calma (sorride). Adesso pensiamo ad avviarci e far quadrare i conti".