Senza rovere e alluminio i mobilieri hanno paura

Il grido di allarme di Apa Confartigianato Imprese per la guerra in Ucraina. E preoccupa molto il blocco dei pagamenti interbancari: il rublo non basta

Franco Montrasio presidente del comparto legno-arredo Apa Confartigianato

Franco Montrasio presidente del comparto legno-arredo Apa Confartigianato

Monza - Non solo l’export ma pure l’import. Materie prime come legno di rovere e alluminio, che dall’Est approdano in Brianza per essere lavorate e trasformate nell’apprezzato made in Italy e che ora rischiano seriamente di scarseggiare, andando così a influire sulla spirale dei prezzi. Una difficoltà che si affiancherà all’incertezza sulle commesse già in essere: qui i problemi potrebbero arrivare dalle sanzioni internazionali su pagamenti e rapporti interbancari con la Russia. Il mondo brianzolo del legno-arredo guarda con preoccupazione alle conseguenze della guerra in Ucraina

Alzi la mano chi non ha pensato che il conflitto avrà riflessi sulle aziende che realizzano mobili e arredi che fanno bella mostra di sé in ricche residenze dell’Est Europa. Ma quanto sta avvenendo all’ombra di Kiev rischia di avere serie conseguenze pure sulla produzione per il mercato interno. «Se volessimo dirla con un battuta, prima ci hanno fatto pubblicità col tavolo realizzato in Brianza utilizzato nell’incontro tra Putin e Macron, poi sono arrivate la guerra e le sanzioni - spiega Franco Montrasio, presidente del comparto legno-arredo di Apa Confartigianato Imprese di Milano Monza e Brianza -. Sanzioni che non sono dirette al blocco del commercio, ma colpiscono i pagamenti interbancari e di fatto fanno rimanere tutti fermi. E questo va ad aggiungersi alle complicazioni che già c’erano nel reperire le materie prime e all’aumento dei costi dei trasporti». «Il comparto artigianato e arredo è un settore di alta qualità e alto livello, che segue commesse anche lunghe nel tempo - chiarisce -. C’è chi non prende più lavori, perché non sa che fine farebbero. O chi ha commesse in consegna e ora è in difficoltà con i pagamenti: hanno acquistato merce, l’hanno lavorata e adesso dicono “E ora?”».

«Stavamo già affrontando difficoltà nel trovare le materie prime e un aumento dei loro costi, adesso le cose si complicano. Un esempio: il rovere europeo che arriva dall’Est Europa proviene in una percentuale significativa dall’Ucraina. Ora chi lo taglia e chi lo porta qui in Italia? È un legno che è andato sostituendo il rovere americano, più caro, e che si usa in mobili e prodotti di prestigio e anche nei parquet. Aumenterà la difficoltà di approvvigionamento». Stesso discorso per l’alluminio impiegato nella serramentistica che «arriva molto dalla Russia: non c’è embargo su questo, ma ci sono problemi a procurarselo per via delle sanzioni sui pagamenti bancari». La conseguenza più prevedibile sarà un rincaro dei prezzi. «C’è poi l’aumento delle bollette energetiche: molte attività non sono particolarmente energivore, ma macchinari come le presse o i sistemi di imballo richiedono una certa quantità di elettricità». Non da ultimo, i costi di trasporto. «Ci sono carichi a lunga gittata di cui oggi non si sa più nemmeno il prezzo: un’incertezza notevole, che incide. Il timore maggiore è legato al blocco dei pagamenti interbancari: quelle con l’Est sono tutte transazioni in dollari o euro, non certo in rubli, se non possono operare con pagamenti internazionali diventa un grosso problema».