Dario Caspani manager Design di Lissone nei top 100 di Forbes: “Mio papà mobiliere tra gavetta e segreti”

Il 42enne racconta l’infanzia negli anni del grande boom: “Qui a Lissone potevi nascere figlio o di un mobiliere o di un falegname” e dedica il riconoscimento al padre. “È stato lui a farmi scoprire la bellezza dell’arte, dell’architettura e dell’arredamento"

Dario Caspani, 42 anni, è country manager Italia della USM Modular Furniture

Dario Caspani, 42 anni, è country manager Italia della USM Modular Furniture

“Qui a Lissone potevi nascere figlio o di un mobiliere o di un falegname. Mio papà Giovanni era un mobiliere". Dario Caspani, dopo la scuola, s’è fatto grande andando su e giù per i quattro piani del negozio che la sua famiglia aveva a Lissone. In "quella città dove arrivavano persino dalla Svizzera per comprare i mobili".

Erano gli anni Ottanta e Novanta, quelli del grande boom. Poi la vita e i consigli di papà hanno accompagnato Dario a un’altra carriera. Sempre nel settore. Portandolo fino all’eccellenza nell’arredo e nel design come country manager in Italia della svizzera USM Modular Furniture. E nella lista dei migliori 100 manager italiani dell’anno che l’autorevole magazine Forbes ha appena pubblicato.

“È una bella giornata – sorride Caspani –. Voglio dedicare questo riconoscimento proprio a mio padre, perché è stato lui a trasmettermi la passione per il design fin dall’adolescenza. È stato lui a farmi scoprire la bellezza dell’arte, dell’architettura e dell’arredamento".

Anche consigliandogli di "non fare il mobiliere" con la lungimiranza della saggezza e dell’esperienza. Perché nei primi anni Duemila ormai il mercato era cambiato. Papà Giovanni andò in pensione e chiuse l’attività, "io dopo la laurea in architettura e società sono andato a Londra per imparare l’inglese e lì mi sono avvicinato di più al mondo del design". Una via meno convenzionale rispetto a quella del mobiliere, anche se "tutta quella gavetta mi è servita".

"Il sabato non avevo scuola, ma la sveglia suonava alle 7 perché papà mi portava con lui a fare le consegne dei mobili – ricorda Caspani –. E io che, invece, pensavo di programmare magari una gita a Gardaland. Ma lo facevo con entusiasmo perché quella era anche la mia azienda". È in quegli anni che "ho iniziato a capire che il design è più di un mestiere, è una forma d’arte capace di trasformare il mondo e arricchire la vita delle persone. Quando andavamo alle fiere mi sembrava di vivere quasi una vacanza". Con "papà che mi raccontava le storie del genio e della creatività nelle botteghe brianzole".

Lui, poi, ha trasferito tutto nella carriera nel mondo del design: prima nel Gruppo Busnelli, quindi alla Bulthaup, azienda tedesca leader nella produzione di sistemi cucina di alta gamma fino all’ultima sfida, ovvero rappresentare in Italia una delle realtà internazionali più importanti nell’ambito dell’arredamento modulare, con l’iconico sistema USM Haller parte della permanente del MoMa di New York da oltre vent’anni. Alla faccia di chi li chiama “mobiletti per ufficio“.

Oggi "spaziamo dall’ufficio alla casa, con estetica senza tempo, alta qualità, flessibilità e resistenza. Questo è il valore che vedevo nel mobilificio di papà ed è quello che ho ritrovato in questa impresa famigliare, nata nel 1885 e oggi arrivata alla quarta generazione". Ai vertici italiani dell’azienda da quasi quattro anni, negli ultimi due il mercato italiano è raddoppiato, arrivando a essere il terzo in Europa dopo Germania e Francia ed escludendo la Svizzera, paese d’origine dell’azienda e quindi mercato principale e locale. "Ora non possiamo fare altro che continuare a sforzarci per superare le aspettative dei clienti", la sfida di Caspani. Guardando sempre al passato: "Abbiamo una storia nel design che fa parte del Dna delle nostre famiglie". Per questo "sarebbe una grande opportunità riuscire a riportare in Brianza una scuole di design per alimentare la creatività che ha fatto grandi le nostre imprese".