Vimercate, la crisi della Fimer: “Avremo altri due mesi di agonia”

La proprietà respinge l’offerta McLaren e chiede tempo per un nuovo piano industriale: ok del tribunale

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Vimercate (Monza) –  «Serve discontinuità, o il destino di Fimer sarà tracciato". Flashmob dei lavoratori di Vimercate e Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, del colosso degli inverter per fotovoltaico in bilico da due anni davanti a Palazzo Trotti, sede del municipio. Ieri, la protesta si è spostata in piazza. "E adesso l’agonia si allunga di due mesi – dice Gabriele Fiore della Fim-Cisl Brianza –, il tribunale di Milano ha accolto la richiesta della proprietà di avere altri 60 giorni per mettere a punto un nuovo progetto industriale dopo il tentativo, naufragato per scelta del nuovo consiglio di amministrazione, con Greybull-McLaren. Prima avevano firmato con gli inglesi, poi hanno bloccato tutto e ora dicono di avere altre tre opzioni possibili, fra le quali gli stessi britannici, ma di concreto non c’è nulla".

Per il sindacato "l’amministrazione straordinaria è un passaggio ancora più difficile del nuovo concordato (sul quale il giudice deciderà ad agosto), ma almeno in quel caso sarebbe il ministero delle Imprese e del Made in Italy a condurre la partita, a cercare cioè un nuovo partner" per dare un futuro alla Fimer, ai lavoratori e alle loro famiglie. Domenica un incontro urgente fra azienda e metalmeccanici "si è chiuso senza sostanziali passi in avanti – prosegue Fiore – e adesso per capire cosa sarà dei due siti e delle 350 famiglie coinvolte in questa vicenda dobbiamo aspettare il 21 agosto".

Ieri pomeriggio una delegazione di operai brianzoli e toscani è stata ricevuta in Regione: "Alle istituzioni abbiamo chiesto di fare pressing per una soluzione positiva della vertenza – dice il sindacalista –, attualmente i 100 dipendenti del nostro stabilimento sono stati messi in regime di solidarietà, a detta della proprietà ci sono materiali per lavorare una settimana al massimo. Il paradosso è che gli ordini non mancano e che il mercato di riferimento è in espansione, ma rischiamo il crac. È necessario un importante cambio di passo ai vertici".