Juri Casati come Stephen King, lo scrittore brianzolo apprezzato per l'horror

La sua ultima fatica è il libro America notte

Juri Casati

Juri Casati

Vedano al Lambro (Monza e Brianza) 25 marzo 2018 - E se Lovecraft fosse passato dalla Brianza? E se Stephen King si fosse reincarnato in un uomo - classe 1975 - di Vedano al Lambro? Forse stiamo esagerando, ma nel settore già si parla e non poco di Juri Casati, classe 1975. Studi classici, una laurea in filosofia, un lavoro “normale” come impiegato in un’agenzia per il Lavoro, niente moglie o figli, Juri Casati sembra dedicare tutto se stesso, ormai da anni, a leggere e a scrivere libri e racconti. Ne ha pubblicati tantissimi e si è aggiudicato parecchi dei concorsi a cui ha deciso di partecipare. La sua ultima fatica è il libro America notte (Dark Zone Edizioni, 2018). Si trova su carta (sul sito della casa editrice Dark Zone (www.dark-zone.it) o come e-book formato Kindle su Amazon. Perché scrive?  «Per il piacere di raccontare storie». Ha già partecipato a parecchi concorsi e con ottimi risultati: c’è un genere che predilige e perché? «Io lavoro nell’ambito dell’horror, del grottesco e della fantascienza. Non ho una preferenza tra i tre generi. Qualche anno fa preferivo la fantascienza, ma da un po’ di tempo a questa parte preferisco l’horror». Come nel suo ultimo libro... perché proprio l’horror: perché? «È il genere più adatto per affrontare da un punto di vista “diverso” la realtà che ci circonda e il suo lato fantastico». I suoi racconti (nel libro ce ne sono 5) sono ambientati in America.... perché?  «Il grande editor e scrittore Carlo Fruttero in un’intervista famosa disse che un extraterreste non sarebbe mai atterrato a Lucca. È vero, certi generi letterari – e l’horror è uno di questi – hanno come sfondo naturale gli Stati Uniti». Nei suoi racconti si notano molte analogie con mostri sacri dellhorror come Lovecraft, Bierce o Stephen King...? «Sì, “America Notte” è una raccolta di racconti pensata come se fosse un concept album musicale, tante canzoni – nel mio caso cinque racconti – tenuti insieme da un filo rosso. Nel mio caso la letteratura horror e dell’occulto americana». La sua vita è molto “normale”... come concilia la sua passione per la scrittura con il suo lavoro? «Ho fatto il liceo classico a Monza e poi mi sono laureato in filosofia in Statale nel 2000. Conciliare lavoro quotidiano e lavoro di scrittura non è né semplice né facile. Io mi sono imposto di scrivere ogni giorno, lavorativo o non lavorativo che sia, circa 5.000 battute. È una questione di disciplina, come andare in palestra. All’inizio si fatica un po’, ma poi ci si riesce». Cosa bolle in pentola?  «Partecipare ad altri concorsi letterari innanzi tutto, e questo per farmi conoscere. Poi ho pronto un romanzo da diverso tempo che si intitola “Quella stramaledetta giornata di ieri” e che è in cerca di un editore. Un altro romanzo, che in questo caso si intitola “Lo strangolatore di Little Rock”, è in questo momento sottoposto al vaglio di una casa editrice. Ne sto scrivendo un altro, sono circa a metà, e il suo titolo provvisorio è “L’ultimo vampiro di Londra”».