Villasanta, ancora all’asta l’ecomostro di via Fieramosca. Ma intanto si cerca un cadavere

L’area su cui dovevano sorgere hotel e piscina al centro del giallo dell’omicidio 'confessato' nell’urna elettorale

Il rudere di via Fieramosca

Il rudere di via Fieramosca

Villasanta (Monza Brianza) - Va di nuovo all’asta giudiziaria, ma a un valore di sei volte inferiore a quello iniziale, il finora invenduto ecomostro di via Fieramosca, dove potrebbe essere stato sepolto un cadavere vittima di un omicidio confessato su una scheda elettorale.

L’area di 14mila metri quadrati al confine tra Villasanta e Arcore, con annesso scheletro di un albergo mai terminato, di proprietà della fallita società “Villasanta Village”, verrà riproposto il 29 marzo a un prezzo base di 1 milione e 350mila euro ma con un’offerta minima fissata a 1 milione e 12mila 500 euro, con un minimo per eventuali rilanci di 20mila euro. Chissà se per quella data gli uomini della Questura di Monza, diretta dal questore Marco Odorisio, coordinati dalla Procura monzese, avranno risolto il macabro giallo che ha portato alla ribalta della cronaca l’ecomostro.

Nell’area sono già stati eseguiti degli scavi, anche in collaborazione con l’archeologo forense del Dipartimento Labanof dell’Istituto di Medicina Legale di Milano Dominic Salsarola e della biologa Giulia Caccia, in zone dove la fitta vegetazione incolta sembrava meno datata o il terreno recentemente smosso, ma non è emerso alcun cadavere. Ora gli inquirenti attendono la relazione tecnica che il Labanof depositerà al pm Carlo Cinque per fare il punto delle indagini alla ricerca di nuovi spunti di intervento per confermare l’atto di un assassino o la burla di un mitomane. Il progetto sull’area prevedeva, in vista di Expo 2015, oltre all’albergo, una piscina con spa, nelle intenzioni del costruttore vimercatese Giuseppe Malaspina, ma la sua galassia di società è finita in fallimento e lui è stato arrestato per bancarotta fraudolenta e reati fiscali e attende a breve la sentenza del processo al Tribunale di Monza. La prima asta giudiziaria nel 2016 proponeva la vendita del lotto a 6 milioni di euro. Poi si scese a 3 milioni e mezzo due anni dopo e dopo quattro anni a 1 milione 800mila euro, Ma nessuno ha mai voluto aggiudicarselo.

Intanto si è scatenata una guerra di carte bollate tra il Comune di Villasanta e il curatore del fallimento. È stato presentato nel 2019 un ricorso al Tar contro la variante al Piano di governo del territorio approvata dal Comune di Villasanta in merito alla destinazione dell’area. Già nel 2018 il Comune di Villasanta aveva ipotizzato di realizzarci servizi di pubblica utilità come attrezzature per il tempo libero o strutture assistenziali. Dall’altra parte, invece, il curatore fallimentare voleva mantenere le precedenti previsioni che consentivano una più ampia gamma di attività, valorizzando anche quella residenziale,perrenderlo più appetibile alla vendita. Il Tar ha respinto il ricorso.