
I vertici del colosso farmaceutico hanno incontrato 100 ragazzi provenienti da 10 atenei . Porte aperte al campus per una giornata dedicata alle professioni legate alle biotecnologie. .
Curiosità, flessibilità, disponibilità a spostarsi per seguire i propri interessi e adattabilità. Questa la ricetta del successo, ripetuta più volte dai vertici di Roche Italia che ieri hanno incontrato 100 studenti universitari di 10 atenei lombardi. Per il secondo anno consecutivo, in occasione della European Biotech Week 2024, Roche Italia ha aperto le porte del campus di Monza per una giornata di orientamento alle professioni del biotech, comparto strategico.
I manager hanno spiegato ai ragazzi come il progresso scientifico del biotech vada di pari passo con lo sviluppo di nuovi percorsi di studio e con l’evoluzione di nuove competenze e professionalità. Ma come ha spiegato ai ragazzi Dario Scapola, direttore marketing, dal 2017 al 2030 cambierà l’85% dei lavori: rimangono gli obiettivi, ma cambia il modo di operare. L’open day ha visto gli studenti confrontarsi con i professionisti di Roche dei diversi ambiti aziendali. "Abbiamo deciso di organizzare un nuovo evento a porte aperte dopo il successo dello scorso anno proprio perché dalla conversazione con gli studenti è emerso quanto sia fondamentale rafforzare il ponte tra la fine degli studi e l’inizio del percorso professionale – afferma Sara Giussani, people & culture pharma head di Roche Italia – Le dinamiche del mondo del lavoro, i ruoli e le competenze evolvono rapidamente. È essenziale accompagnare i giovani in questa transizione". Il biotech conta in Italia 13.700 addetti operativi in oltre 800 imprese e registra un fatturato complessivo di oltre 13 miliardi, di cui l’healthcare detiene il primato per fatturato (74%) e investimenti (85%). Con un valore che si stima crescerà fino a 731 miliardi di euro nel 2028 (dai 223 del 2020), si prevede che entro il 2030 il peso del biotech raggiungerà l’80% sul totale del mercato farmaceutico. "La comunicazione e la divulgazione delle biotecnologie sono uno degli elementi chiave per lo sviluppo del settore – ha dichiarato Fabrizio Greco, presidente di Federchimica Assobiotec – La società civile, i giovani, le Istituzioni, i decisori devono essere consapevoli del valore attuale e dell’enorme potenziale del biotech e delle biosoluzioni. La Commissione Europea – aggiunge Greco – considera le biotecnologie e le biosoluzioni una delle aree più promettenti per affrontare la transizione green e risolvere molte delle sfide della nostra società. Già oggi circa il 50% di tutti i nuovi farmaci e terapie in sviluppo sono biotecnologici, come i vaccini, le terapie geniche e cellulari, la medicina rigenerativa e molti dei sistemi diagnostici più innovativi".