SK Hynix Italia sciopera "No ai 39 licenziamenti"

La multinazionale coreana dei semiconduttori conferma le proprie intenzioni. I sindacati chiamano a raccolta lavoratori e politici per martedì alle 14.

SK Hynix Italia sciopera  "No ai 39 licenziamenti"

SK Hynix Italia sciopera "No ai 39 licenziamenti"

di Alessandro Crisafulli

È stato deciso lo sciopero, con presidio davanti alla Provincia, da parte dei lavoratori della SK Hynix Italia. Si terrà martedì 18 a partire dalle 14 per protestare contro il licenziamento collettivo di 39 ingegneri dai 30 ai 50 anni deciso dalla multinazionale coreana dei semiconduttori. L’obiettivo dichiarato è "attivare un percorso di tutela dell’occupazione e di mantenimento nel territorio brianzolo delle competenze strategiche dei 39 ricercatori coinvolti". Mercoledì scorso si è svolto il primo incontro di esame congiunto nell’ambito della procedura sindacale di licenziamento collettivo avviata da SK Hynix Italia che ha confermato la decisione di cessare ogni attività e licenziare tutti i dipendenti. "Durante l’incontro abbiamo affermato che le motivazioni indicate dall’azienda sono inconsistenti, non risultano oggettive e coerenti con la situazione aziendale e a tal proposito abbiamo richiesto di fornire ulteriori elementi per chiarire la situazione", spiega Matteo Moretti, segretario generale della Filcams Cgil Monza Brianza. "In contraddizione con quanto dichiarato dall’azienda - aggiunge -, non risulta alcun divario tecnologico tra la casa madre coreana e l’unico centro di ricerca italiano ed europeo di SK Hynix di Agrate Brianza poiché le professionalità e le competenze disponibili dei lavoratori sarebbero pienamente funzionali a sviluppare nuovi prodotti.

Le attività di ricerca e sviluppo svolte in Brianza hanno sempre raggiunto gli obiettivi, anche nel 2022, e sono state riconosciute dalla casa madre delle onorificenze ai ricercatori italiani per l’eccezionale contributo al successo della compagnia coreana". "Inoltre - puntualizza Moretti -, contrariamente a quanto affermato non risultano necessari investimenti produttivi e gli adeguamenti dei macchinari di laboratorio e dei livelli di sicurezza aziendale, ci risultano essere stati interrotti proprio in questi mesi, semmai in conseguenza della decisione di chiudere e non ne possono essere pertanto la causa". La Filcams intanto è alla ricerca di una soluzione di tutela occupazionale che coinvolga, attraverso le istituzioni, le aziende del settore presenti nel territorio che mostreranno interesse alle professionalità e alle competenze dei 39 ingegneri. È stato fissato un nuovo incontro con l’azienda per il 26 aprile per proseguire il confronto ed è stato richiesto un incontro agli assessorati di Lavoro e Sviluppo economico di Regione Lombardia.