Marco Luigi dal Monte Casoni, eroe in catamarano: salva un profugo nelle acque di Kos

Il manager di Brugherio, in vacanza in Grecia sulla barca di un amico, recupera un ragazzo siriano che stava per annegare. "È la terza volta che mi capita: in acqua porto fortuna"

Brugherio (Monza Brianza) - La vacanza in catamarano si trasforma nel salvataggio di un giovane profugo siriano che stava cercando di raggiungere l’Europa. È la notte del 25 agosto. Un equipaggio di quattro amici è in navigazione sul catamarano Lucile, stanno veleggiando nel tratto di mare davanti all’isola greca di Kos. Prima di entrare in porto si fermano per recuperare le vele e avviare i motori. Ma è proprio in quel momento che avvertono una voce flebile. Una richiesta di aiuto: "!Help, help". Alle 21.40 la luna non è ancora sorta, è buio pesto. Cercano di seguire quella voce. Puntano verso la costa. La voce è sempre più vicina. Passa un quarto d’ora e vedono un ragazzo. Stremato, ma vivo. Paolo Bologna, comandante e proprietario del catamarano, il manager di Brugherio Marco Luigi dal Monte Casoni, suo figlio di 8 anni e un’amica comune, Tatiana, lo aiutano a salire a bordo, lo rifocillano e lo lasciano riposare. Lanciano un Sos, arriva una motovedetta e i marinai greci accolgono il ragazzo. Un abbraccio e un buona fortuna. La vacanza continua, "con un’emozione forte nel cuore". 

Paolo Bologna con Marco Luigi dal Monte Casoni
Paolo Bologna con Marco Luigi dal Monte Casoni

"Col mare ho un legame particolare, speciale. Mio padre mi ha sempre portato in barca. Quando è venuto a mancare avevo solo 11 anni, ma da grande ho ritrovato quella passione. Ho navigato in giro per il mondo, Oceano Indiano, Caraibi, un po’ ovunque. E con il tempo ho imparato a conoscere e rispettare il mare. Poi quando sono in navigazione, forse porto anche un po’ di fortuna: il ragazzo siriano è la terza persona che mi capita di salvare. L’ultima è stata sempre al largo delle coste greche: eravamo all’ancora in una baia, ho visto una ragazza che stava annegando a 10 metri dalla nostra barca, mi sono tuffato e fortunatamente è andato tutto bene".

Marco Luigi dal Monte Casoni (a destra nella foto sopra), manager di Brugherio, alle porte di Monza, dà il merito a "congiunture astrali, tanta navigazione alle spalle e un po’ di fortuna". Quest’estate era in vacanza in barca con il figlio di 8 anni e un paio di amici, Tatiana e Paolo Bologna, il comandante e proprietario del catamarano Lucile. Un viaggio nel mare delle isole greche.

Al largo di Kos, l’imprevisto…

"Eravamo partiti da un’altra isola, abbiamo circumnavigato Kos e stavamo per avvicinarci al porto. Attorno a noi era tutto completamente buio. Erano quasi le dieci di sera, non c’era ancora la luna. E lì, in mezzo al silenzio, abbiamo avvertito una voce flebile. In lontananza, tanto che in un primo momento abbiamo pensato che arrivasse dalla terraferma, magari da qualche locale. Eppure non ci siamo fidati. Ci sembrava comunque strano. Così ci siamo messi in movimento, procedendo piano controvento, io mi sono messo a prua con una torcia in mano per illuminare il mare. Abbiamo navigato per cinque minuti, poi abbiamo spento i motori e quella voce si era fatta più forte. Abbiamo capito che diceva “Help, help“". Fino a quando la torcia ha illuminato il ragazzo in acqua.

Quale è stata la reazione?

"In quel momento, se hai un po’ di esperienza in mare, stacchi il cuore e attacchi il cervello: pensi soltanto alla procedura tecnica che devi eseguire per salvare una vita. Quello era il momento giusto, l’unico, per poter salvare quel ragazzo. Sono convinto che se non l’avessimo trovato noi, sarebbe morto".

In che condizioni era?

"In acqua era quasi invisibile, capelli scuri, giubbotto di salvataggio e costume neri. Appena lo abbiamo visto ci siamo avvicinati a lui, gli abbiamo lanciato una cima e siamo riusciti a trascinarlo sul catamarano. Tremava come una foglia, era bianchissimo, ma cosciente. Avrà avuto non più di 25 anni. In un buon inglese ci ha detto che arrivava dalla Siria. Gli abbiamo dato subito una zolletta di zucchero, ma era affamato e quindi anche acqua e biscotti. Poi, avvolto in una coperta termica, l’abbiamo abbracciato, rassicurato e coccolato. Ormai era in salvo. Vivo. Si è sdraiato in una cuccetta ed è crollato dalla stanchezza".

Vi ha raccontato l’odissea che ha dovuto affrontare? Ha affrontato il viaggio verso l’Europa da solo?

"Ci ha detto che con lui c’erano altri due ragazzi prima del naufragio. Ma lì vicino non abbiamo visto nessuno. A quel punto abbiamo allertato via radio le autorità marittime greche comunicando la nostra posizione. Ci ha raggiunto una motovedetta e ai marinai che hanno accolto il ragazzo abbiamo spiegato che forse c’erano ancora due persone da cercare. Noi non potevamo farlo, così ci hanno ringraziato, abbiamo salutato e abbracciato il giovane naufrago quindi ci siamo diretti verso il porto di Kos".

Ma lo spirito della vacanza è rimasto lo stesso?

"È stata un’emozione forte, nessuno di noi dimenticherà gli occhi di quel giovane che non finiva di ringraziarci e quando ha saputo che eravamo italiani ha sorriso e ha detto “Italia!“. Forse sperava di essere in Italia. Chissà se poi sono riusciti a salvare anche i suoi compagni. Noi lo speriamo".