Giussano: padre uccise i due figli, ricorso in Appello contro l'ergastolo

Michele Graziano uccise un anno fa Elena e Thomas, di 9 e 2 anni, avuti da due matrimoni diversi. Condannato all'ergastolo, i suoi legali chiederanno "l'attenuante della seminfermità mentale o quantomeno le circostanze attenuanti generiche" di Stefania Totaro

Omicidio a Giussano (Brianza)

Omicidio a Giussano (Brianza)

Giussano, 5 febbraio 2014 - Ricorre in appello contro la sentenza di condanna all'ergastolo la difesa di Michele Graziano, il cassiere di supermercato di 38 anni che nel febbraio dell'anno scorso ha ucciso i due figlioletti Elena, di 9 anni e Thomas, di 2 anni, avuti da due diverse relazioni sentimentali naufragate, tentando poi di suicidarsi con lo stesso coltello.

Gli avvocati Antonino De Benedetti e Michele Memola hanno depositato il ricorso alla Corte di appello di Milano, che non ha ancora fissato la data del processo di secondo grado. A condannare al massimo della pena il 38enne imputato di omicidio volontario plurimo aggravato dalla premeditazione e dallo stato di parentela con le due piccole vittime nel processo con il rito abbreviato e' stato il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Claudio Tranquillo.

Il giudice non ha ritenuto sussistente la premeditazione, facendo riferimento alla testimonianza della madre del cassiere, confermata anche dalla mamma di Thomas, secondo cui il piccolo il giorno dell'omicidio aveva dei problemi intestinali quindi Michele Graziano aveva chiesto alla propria madre di cucinargli qualcosa di leggero per cena. Quindi il cassiere non aveva gia' deciso di uccidere i due figlioletti, che pure aveva chiesto alle rispettive mamme di avere entrambi insieme quel pomeriggio.

La caduta dell'aggravante della premeditazione avrebbe potuto implicare lo sconto di un terzo della pena (oltre a quello previsto per il rito abbreviato), fino ad arrivare a 30 anni di reclusione, ma il giudice ha ritenuto il fatto "di estrema gravita'" e non l'ha concesso, non ritenendo concedibili all'imputato neanche le circostanze attenuanti generiche nonostante il cassiere, ancora detenuto in carcere, risulti incensurato. Nessuna attenuante neanche per la seminfermita' mentale perche', secondo il perito psichiatrico nominato dal giudice, Michele Graziano era sano di mente quando ha ucciso i due figlioletti nella cameretta della casa di Giussano dove aveva abitato con Valentina Neri e il piccolo Thomas fino alla rottura della loro relazione.

Su questa circostanza si batteranno ora in appello i difensori dell'imputato. Il loro consulente ha ritenuto sussistente la seminfermita' mentale per la depressione causata dal fatto di aver visto fallire ben due progetti familiari. "Ho ucciso i miei figli per stare finalmente tutti insieme in un'altra vita" - aveva dichiarato il cassiere quando era stato interrogato in ospedale dove era stato ricoverato prima di essere trasferito in carcere. Un disturbo riconosciuto genericamente anche dal perito del giudice, quindi da fare valere davanti ai giudici della Corte di Appello di Milano, a cui gli avvocati De Benedetti e Memola chiederanno il riconoscimento della seminfermita' mentale o perlomeno la concessione delle attenuanti generiche. L'obiettivo e' scardinare la condanna all'ergastolo, che sbarra la strada a qualsiasi percorso di riabilitazione futura del cassiere. Assolutamente contrari le mamme e i familiari di Elena e Thomas, secondo cui solo con l'ergastolo "giustizia e' stata fatta".