Monza, mamma condannata per stalking all'amica della figlia dopo il "furto" di fidanzato

Il Tribunale ha inflitto alla 50enne brianzola una pena - sospesa - di 6 mesi a condizione che paghi 2mila euro di risarcimento dei danni

Il Tribunale di Monza

Il Tribunale di Monza

Biassono (Monza Brianza) - Per avere perseguitato l'amica di sua figlia, a cui la 20enne aveva "rubato" il fidanzato, una mamma 50enne brianzola è stata condannata per stalking dal Tribunale di Monza a 6 mesi di reclusione con la pena sospesa, a condizione che paghi 2mila euro di risarcimento dei danni alla ragazza parte civile al processo. Secondo la pubblica accusa, che aveva chiesto 8 mesi di condanna, l'allora ventenne è stata vittima, dall'agosto del 2016 alla primavera del 2017, di "un perdurante e grave stato di ansia e di paura, un fondato timore per la sua incolumità" che "la costringevano ad alterare le sue abitudini di vita", a "non uscire da sola, a guardarsi continuamente intorno e a modificare i luoghi solitamente frequentati".

Tutto sarebbe iniziato con commenti offensivi sul social network, proseguiti con messaggi minacciosi. La ventenne sarebbe stata anche pedinata e avrebbe scoperto che la 50enne andava in giro a chiedere informazioni su di lei. La ragazza si era rivolta ai carabinieri di Lissone, allegando copie di post e messaggi, testimonianze del fidanzato e di altri amici e addirittura il video di un inseguimento in auto. E si sarebbe rivolta anche a uno psicologo per affrontare il trauma della persecuzione. "Soffrivo di ansia, non sapevo come gestirla e mangiavo continuamente, ho messo su 8 chili, ho cambiato la zona dove frequentare gli amici ed avevo paura a tornare a casa da sola", ha raccontato al processo la giovane, costituitasi parte civile, che aveva chiesto 40mila euro di risarcimento dei danni. Secondo la difesa dell'imputata, che ha già annunciato ricorso in appello, invece, la ragazza non ha neanche frequentato le sedute prescritte dallo psicologo.