CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Monza apre il centro profughi. La palazzina dei migranti all’ex Cgil: "Non sarà un ghetto dimenticato"

Accordo tra Prefettura e cooperativa Intesa Sociale: "Capienza di 100 posti, ma non verrà riempita"

Monza apre il centro profughi. La palazzina dei migranti all’ex Cgil: "Non sarà un ghetto dimenticato"

Monza apre il centro profughi. La palazzina dei migranti all’ex Cgil: "Non sarà un ghetto dimenticato"

Via libera al centro profughi nell’ex sede della Cgil. La Prefettura ha firmato la convenzione con la cooperativa Intesa Sociale per la gestione del servizio di accoglienza dei migranti e richiedenti asilo nella palazzina di via Monte Oliveto 7. La comunicazione ufficiale è stata inviata ieri mattina al sindaco e ai consiglieri comunali. "La struttura - spiegano dalla Prefettura - andrà a regime gradualmente, attraverso un trasferimento progressivo di richiedenti asilo che già sono inseriti nel sistema di accoglienza provinciale. L’obiettivo sarà assicurare una più equa distribuzione tra i centri presenti sul territorio, tra cui anche quello di via XX Settembre a Monza". Al momento non sono stati resi noti dettagli circa il numero dei migranti da accogliere e il loro arrivo, ma l’ufficio decentrato del Governo ha chiarito che "l’immobile non verrà riempito fino alla piena capienza (fissata in un massimo di 100 ospiti, ndr), assicurando gli standard igienico sanitari di sicurezza".

Già nei mesi scorsi, l’ipotesi di ospitare nella palazzina fino a un centinaio di migranti aveva trovato la Giunta unanimemente contraria, per la mancanza di spazi e di servizi. Anche il consiglio comunale l’11 dicembre aveva approvato all’unanimità una mozione contro l’apertura del centro di accoglienza per richiedenti asilo in via Monte Oliveto e poco dopo la Consulta di quartiere aveva scritto direttamente allla prefetta, Patrizia Palmisani. I cittadini avevano ribadito che la ex sede della Cgil non ha un giardino intorno ed è circondato da altre abitazioni, che non ci sono le condizioni per ospitare decentemente tante persone, senza supporto psicologico all’apprendimento della lingua italiana. Lo stesso Pd è sempre stato critico denunciando che "con i suoi 450 metri quadri la struttura di via Monte Oliveto rischia di non essere sufficientemente ampia per ospitare i richiedenti asilo, in particolare se

dovessero arrivare alle quote massimali. Con 100 migranti ci sarebbe solo uno spazio di 4,5 metri quadri a testa, una cosa umanamente non ammissibile". Il timore degli abitanti della zona è che si rischi di ripetere i fallimenti di via Asiago e di via XX Settembre. Per questo ieri, appena ricevuta la comunicazione dalla Prefettura, il sindaco Paolo Pilotto, sulla scorta delle precedenti reazioni della città, ha scritto ai consiglieri comunali: "La Prefettura ha confermato di tenere in considerazione le osservazioni e le preoccupazioni espresse dalla città nell’ultimo periodo, manifestate sia attraverso le numerose interlocuzioni che ho avuto con la prefetta stessa negli ultimi mesi, sia attraverso il diretto coinvolgimento del consiglio comunale - le parole del primo cittadino -. Durante tutti i colloqui intercorsi ho sempre espresso la necessità di presidiare con grande attenzione i luoghi più esposti, per garantire le massime condizioni di sicurezza ai cittadini ed agli ospiti. A questo proposito la Prefettura ha già convocato per i prossimi giorni un Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza riservato all’approfondimento del tema".

La linea della Prefettura è chiara: "Nella nuova struttura verranno collocati soprattutto i migranti già coinvolti in progetti di avviamento al lavoro, promossi attraverso accordi specifici con i sindacati, a cominciare dal Protocollo d’intesa per favorire l’inserimento socio lavorativo dei titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri più vulterabili, sottoscritto dal ministero del Lavoro e dalle associazioni di categoria". Dal canto suo, il sindaco Pilotto conferma "l’impegno del Comune per assicurare una più equa distribuzione dei richiedenti asilo non soltanto tra i vari centri attualmente presenti sul territorio di Monza, ma anche in ogni Comune della provincia e confermo la volontà di collaborare a tal fine con tutti i soggetti istituzionali preposti".