CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Mobilità sostenibile. Un piano per bici e vetrine

I commercianti promuovono i parcheggi d’interscambio e chiedono più bus. Sì al Pums anche dai ciclisti, che rilanciano: servono piste separate dai pedoni.

Mobilità sostenibile. Un piano per bici e vetrine

Mobilità sostenibile. Un piano per bici e vetrine

Traffic management in grado di integrare i sistemi semaforici, di indirizzamento ai parcheggi e di controllo dell’accesso alle ZTL cittadine. Hub multimodale in stazione, Hub Monza est, zone a 30 chilometri orari; strisce gialle vicino allo stadio, bianche e blu.

Questi in breve gli elementi su cui si andrà a sviluppare il Pums, piano urbano per la mobilità sostenibile che piace ai cicloambientalisti e trova d’accordo anche i commercianti, ma senza dogmi o scelte ideologiche. "Noi abbiamo già firmato un accordo con il Comune di Milano in materia di sostenibilità ambientale ed economica – ricorda Alessandro Fede Pellone, segretario di ConfCommercio – Certo sosteniamo che occorra un’attenzione per la categoria degli ambulanti: finanziamenti per cambiare il parco auto e/o deroghe. Quanto ai parcheggi per chi va a fare acquisti, ben vengano le zone disco e le zone libere fino a 59 minuti, per permettere di fare la spesa. Per il centro di Monza siamo favorevoli a un interscambio nei parcheggi, e non al parcheggio stanziale. Sicuramente, occorrerebbero più autobus, per disincentivare l’uso dell’auto". Scivoloso l’argomento della zona 30 chilometri all’ora. Secondo i commercianti non può essere applicata in maniera dogmatica e ideologica a tutta la città. Si può applicare in alcune vie, lasciando inalterate le strade a scorrimento veloce, altrimenti si crea un ingorgo insostenibile. Le politiche green devono essere compatibili con la convivenza civile, per una mobilità sostenibile. "Anche imporre isole pedonali su una vasta area sarebbe un errore – sostiene Pellone – devono essere finalizzate a un obiettivo". Il Pums è allo studio dei comitati di quartiere e di Fiab Monza in bici. "Chiederemo di inserire i documenti orientativi del Piano nazionale della mobilità ciclistica – anticipa Saveria Fontana, presidente di Fiab Monza in bici – in particolare porremo la questione della realizzazione dei percorsi ciclabili e non ciclopedonali, ovviamente dove si può, per non creare conflitti tra pedoni e ciclisti". I cicloambientalisti chiedono percorsi ciclabili diretti e senza ostacoli, così da incentivare l’uso delle due ruote non solo per il tempo libero, ma anche per andare a scuola o al lavoro. Monza in bici spinge per una città a 30 chilometri l’ora per il 75% del territorio e solo grandi arterie a scorrimento veloce. "In questo modo – spiega la presidente Fontana – sarebbe meno pericolo spostarsi in bici e la gente sarebbe più invogliata a farlo".