La Sicor vuole chiudere lo stabilimento: a rischio 109 dipendenti

L'azienda chimica nelle ultime ore ha fatto sapere che liquiderà la propria sede sulla strada provinciale 342 al confine con Barzago

L'ingresso della Sicor di Bulciago

L'ingresso della Sicor di Bulciago

Doccia fredda per i giussanesi alla notizia della chiusura dello stabilimento di Bulciago della Sicor Srl, azienda chimica che nelle ultime ore ha fatto sapere che liquiderà la propria sede sita sulla strada provinciale 342 al confine con Barzago.

I dirigenti dell’azienda hanno contattato il sindaco per avvisarlo della decisione di chiudere il sito dove si producono principi attivi per medicinali generici, lasciando così a casa per 109 dipendenti. Notizia che ha preso alla sprovvista anche alcuni dipendenti Giussano. Già questa settimana hanno avuto inizio una catena di manifestazioni davanti alla sede, e si aggiunge una protesta ad oltranza "perché vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica e la parte politica", spiega Eugenio Buonocore di Robbiano, 53 anni, sposato con a carico due figli, nell’azienda dal 1989 e rappresentante sindacale.

"È stato come un fulmine a ciel sereno. Anche perché si è sempre lavorato a pieno ciclo continuo: sette giorni su sette, con domeniche e festivi compresi". Ad aprile tutti a casa e ad ottobre si faranno gli interventi di trasloco e pulizia di cisterne e serbatoi, poi entro la fine dell’anno si procederà alla dimissione del sito.

Anche i brianzoli sono disperati dalla tegola che è arrivata all’improvviso. Pare che la proprietà non voglia vendere o affittare. La prossima settimana si apriranno i tavoli, con il prefetto e la Regione. Anche Gianmarco Fumagalli, deputato lecchese della Brianza e capogruppo Pd in Commissione Finanze alla Camera, è intervenuto in una riunione in videoconferenza in settimana, e vha depositato un interrogazione al ministro del Lavoro chiedendo la "promozione di un tavolo di concertazione istituzionale tra la proprietà dell’azienda, le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali per garantire la salvaguardia dei 109 lavoratori".

Sonia Ronconi