La piccola Romania nel cuore di Monza Una comunità all’ombra della chiesa

Ogni domenica si ritrovano alla parrocchia di San Gregorio per seguire il rito o semplicemente stare assieme. Durante le feste più importanti arrivano anche a tremila persone, stipate fra l’interno e il meraviglioso giardino

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di Cristina Bertolini

Sono circa duemila i romeni residenti a Monza e 16mila in tutta la Brianza, dai dati forniti dall’Ufficio statistica del Comune di Monza diretto da Vittorio Rossin. Ogni domenica in trecento si ritrovano alla Parrocchia di San Gregorio per seguire il rito ortodosso o semplicemente per ritrovarsi insieme, raccontarsi la settimana e parlare finalmente la propria lingua, per risentire l’appartenenza alla loro terra anche in trasferta.

Fedeli e simpatizzanti arrivano fino a tremila per le feste più importanti, Natale e Pasqua, celebrate una settimana dopo il rito cattolico. In realtà sono 12 le festività celebrate, come spiega Padre Pompiliu, parroco a Monza, tra cui Natale, Battesimo di Gesù, Resurrezione, Pentecoste, Ascensione, Dormizione della Vergine e molte altre, domenicali e infrasettimanali, che affondano le radici in riti antichissimi della tradizione bizantina e ortodossa. Si ritrovano nella minuscola chiesa di San Gregorio nel giardino accanto allo stadio Sada, un luogo verde, appartato e discosto, a ridosso delle rive del Lambro. Ogni festa è occasione di condivisione. Ognuno porta qualcosa da mangiare, dalla musacà ai mici, fra i piatti tradizionali tramandati da generazioni, parte di una tradizione millenaria. Appena fuori dal piccolo tempio si espande il profumo del cibo che crea senso di casa e di comunità, mentre un altoparlante divulga la celebrazione. Sacralità e quotidianità si mescolano in un unicum di vita condivisa. Durante la Pasqua l’atmosfera si fa carica di emozione sin dall’ingresso.

Il prato antistante la chiesa si popola di lumini che introducono alla festa. Nei giorni precedenti viene osservato il digiuno, cioè l’astensione dal consumo di carne e latticini, una consuetudine ancora praticata da molti membri della piccola comunità. Ma quest’anno c’è una ricorrenza particolare: "L’11giugno – anticipa Padre Pompiliu Nacu – celebreremo i 20 anni di apertura della parrocchia. Mentre nei giorni scorsi abbiamo celebrato la settimana dell’unità dei Cristiani, come chiesa ortodossa, insieme a quella Cattolica, alla Comunità russa e copta, ritrovatisi tutti a Milano, insieme con l’arcivescovo Mario Delpini".

I membri della comunità portano con sé la propria storia. Arrivano a San Gregorio romeni provenienti dall’Ucraina e dalla Moldavia. "Dal 1940 – ricorda padre Pompiliu – la Bucovina fu conquistata dai russi, come parte dell’Ucraina e della Moldavia". Fu un cambiamento che ha coinvolto un milione di romeni, che però non cessarono di sentire l’appartenenza alla loro terra e al loro popolo. Quindi, dovendosi trasferire per lavoro in Italia, hanno cercato nuovamente di ricongiungersi al gruppo culturale delle loro origini, negate dalle grandi vicende politiche.

La storia internazionale è storia di popoli e di persone che non rinunciano ai legami con le loro radici culturali. Quindi chi parla romeno frequenta volentieri la comunità di Monza, mentre chi parla russo si dirige verso la comunità ortodossa di Cinisello. Nell’avancorpo della chiesa si incontrano soprattutto famiglie: mamme e papà tra i 30 e i 40 anni che fanno amicizia correndo dietro ai loro bambini.

I piccoli, dai 2 ai 12 anni, sono una cinquantina, dopo il Covid anche qui il tessuto sociale si sta ricostituendo e vanno rinsaldandosi i legami. I piccoli vengono battezzati, cresimati e avviati alla comunione da subito, attraverso incontri di catechismo, cultura, animazione e tradizione folcloristica. D’estate c’è il campeggio per tutti, organizzato dal Decanato Lombardia 2 nord per creare un momento di condivisione tra i ragazzi che sfocia spesso in vere e proprie amicizie anche tra le famiglie.