La campagna sui pedali: "Fate largo ai ciclisti"

Il brianzolo Antonio Cortese e il giro nelle città per sostenere la mobilità dolce

La campagna sui pedali: "Fate largo ai ciclisti"

Il ciclista Antonio Cortese ha sostenuto la sua campagna anche nella sua Barlassina

Per sostenere la sua battaglia quest’anno ha anche ripercorso le tracce della Milano-Torino, pedalando per più di 160 chilometri in solitaria sul percorso della più antica tra le classiche ciclistiche, affrontando la durissima scalata fino alla Basilica di Superga, dove in primavera è arrivata pure una tappa del Giro d’Italia. Tutto per diffondere il più possibile il messaggio di una maggiore attenzione e tutela dei ciclisti, a partire dalle tante persone che ogni giorno inforcano la bici per andare a scuola, al lavoro o per spostarsi in città. Il brianzolo Antonio Cortese, origini canturine e un presente da barlassinese, è uno dei volti principali della campagna di sicurezza stradale “Io rispetto il ciclista“, portata avanti dall’associazione omonima fondata da Maurizio Fondriest, Paola Gianotti e Marco Cavorso e patrocinata da Accpi-Associazione ciclisti professionisti. L’obiettivo è sensibilizzare le persone al rispetto degli utenti più deboli della strada, mantenendo ad esempio il metro e mezzo di distanza tra auto e ciclisti in fase di sorpasso. Per farlo, Cortese e l’associazione di cui è testimonial collaborano con le amministrazioni comunali perché vengano installati cartelli informativi salva-ciclisti nei vari territori, "richiamando l’attenzione sulla presenza delle bici, così che gli automobilisti tengano ben alta la concentrazione alla guida". "Educazione, rispetto e tolleranza: è il motto che porto sulle strade - spiega il brianzolo -, convinto di quanto sia importante divulgare questo messaggio di civiltà, che può salvare vite umane. Sono altrettanto consapevole che c’è ancora molto da fare per cambiare la cultura del nostro Paese. Ricordiamo che l’Italia ha il triste primato della più alta percentuale di morti per chilometro pedalato". "I cartelli informativi di “Io rispetto il ciclista“ non sono altro che un invito alla prudenza e a prestare attenzione - sottolinea -. Una domanda che mi pongo spesso è: ci vuole proprio una legge, un regolamento, una multa per capire che bisogna superare a una certa distanza, o con il buon senso civico potremmo arrivarci? La risposta è che senso civico non ce n’è". Oggi sono già decine le città che hanno aderito al progetto. L’intenzione, per questa fetta di territorio, è dare vita assieme ai Comuni a due grandi aree, tra Brianza e Comasco, "due “respect zone“, due aree di rispetto" in cui i ciclisti possano circolare in tranquillità, "senza rischiare ogni volta la vita", dice senza troppi giri di parole. A essere state scelte per questo progetto "sono le 2 zone in Brianza e nel Comasco a più alto tasso di circolazione di ciclisti di ogni tipo, dai cicloamatori ai cicloturisti a chi usa la bici tutti i giorni come mezzo di trasporto ecologico e sostenibile, senza dimenticare i bambini che ci vanno a scuola o gli anziani che vanno al mattino a comprare il pane". Un territorio che copre il percorso ad esempio dei turisti che da Milano vanno verso il lago di Como e le montagne.

Ad aver aderito alla campagna in Brianza sono stati finora i Comuni di Meda, Lentate, Barlassina e Giussano, assieme alle vicine Mariano Comense, Cantù, Figino, Carimate e Novedrate e ai paesi del triangolo lariano come Sormano, Valbrona, Canzo e Asso, dove in tanti arrivano, anche dall’estero, per percorrere le salite del Giro d’Italia. "Ogni anno mi cimento in qualche impresa per dare visibilità al progetto - conclude Cortese -, ad esempio il Giro di Lombardia con arrivo al Vigorelli, o il Trittico Lombardo".

Fabio Luongo