In aula le protesi del malaffare. In 22 chiedono giustizia, però è tardi

Cinque imputazioni sono state cancellate e molti episodi rischiano di decadere

In aula le protesi del malaffare. In 22 chiedono giustizia, però è tardi

In aula le protesi del malaffare. In 22 chiedono giustizia, però è tardi

"Si apre il processo per le presunte lesioni gravi ai pazienti per le protesi al ginocchio, ma già cinque imputazioni sono state cancellate dalla prescrizione. A chiedere giustizia 22 parti civili al dibattimento al Tribunale di Monza nei confronti dei chirurghi ortopedici Marco Valadè e Fabio Bestetti, che vede come responsabile civile il Policlinico di Monza dove erano in servizio i due medici. Le prescrizioni rischiano di susseguirsi nel corso del processo, anche se la Procura ha contestato l’aggravante delle lesioni come conseguenza del reato di corruzione che sposta un po’ in avanti i termini del colpo di spugna. Ben 91 gli interventi chirurgici per la protesi al ginocchio ritenuti sospetti, ma molti episodi risalgono ormai già al 2014 e 2015.

Marco Valadè e Fabio Bestetti hanno patteggiato per corruzione pene tra i 3 anni e 4 mesi e i 2 anni e 8 mesi, concordate con la pm della Procura di Monza Manuela Massenz, insieme al responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese delle protesi Ceraver, Denis Panico e alla stessa società per il primo filone dell’inchiesta, per cui resta ancora alla sbarra (ma per corruzione per atti non contrari ai doveri di ufficio) il chirurgo ortopedico Claudio Manzini, luminare nei traumi al ginocchio, in servizio agli Istituti clinici Zucchi, oltre a tre dirigenti francesi della Ceraver e il responsabile commerciale per la Lombardia Marco Camnasio.

Secondo le indagini della guardia di finanza di Milano Panico e Camnasio, con il placet dei tre dirigenti francesi, sarebbero stati i promotori e organizzatori dell’associazione per reclutare medici disposti a scegliere le loro protesi, offrendo come corrispettivo denaro e altre utilità. Per l’accusa di lesioni personali gravi, a Valadè sono stati contestati 76 interventi chirurgici sospetti tra il 2014 e il 2017 (di cui 5 già prescritti), a Bestetti 15 casi tra il 2014 e il 2015. Tre le parti civili che si sono costituite al processo nei confronti di Bestetti e 19 nei confronti di Valadè. Dal canto loro gli imputati sostengono di avere agito solo per il bene dei pazienti, tanto che alcuni di loro sono rimasti a farsi curare anche dopo lo scoppio dello scandalo. Si torna in aula a fine novembre.

S.T.